Fukushima: perdita di 100 tonnellate di acqua radioattiva

Una grande quantità di acqua radioattiva è fuoriuscita da un serbatoio della centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi. Lo ha annunciato la Tepco in una nota ufficiale. Si tratta di una perdita di circa 100 tonnellate di acqua altamente contaminata, la cui fuga è stata scoperta dai lavoratori poco prima della mezzanotte (ora giapponese) il 19 febbraio

Una grande quantità di acqua radioattiva è fuoriuscita da un serbatoio della centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi. Lo ha annunciato la Tepco in una nota ufficiale. Si tratta di una perdita di circa 100 tonnellate di acqua altamente contaminata, la cui fuga è stata scoperta dai lavoratori poco prima della mezzanotte (ora giapponese) il 19 febbraio.

Si ritiene che lo sversamento sia stato causato dal riempimento eccessivo del serbatoio, causato dal flusso improprio di acqua attraverso un tubo con valvole malfunzionanti. L’acqua contaminata scorreva attorno al serbatoio e veniva assorbita dal terreno. Per fortuna, solo una parte delle circa 340.000 tonnellate di acqua stoccata in loco è riuscita a fuorisucire.

La società fa sapere che la perdita è stata contenuta e non costituirebbe una minaccia per la salute pubblica. Sta continuando a indagare le ragioni per cui questo sia potuto accadere. Per fortuna, non vi è alcun percorso che conduce dalla zona verso il mare, che si trova a circa 700 metri di distanza. Si ritiene, quindi, che l’acqua non abbia potuto raggiungere l’oceano.

Mentre la società ha provveduto a togliere l’acqua infiltrata, i controlli sugli altri serbatoi di stoccaggio non hanno rivelato un carico supplementare che potesse portare a un problema simile. Gli operai che hanno lavorato al recupero erano protetti dall’esposizione a radiazioni da idonei indumenti protettivi, ci tiene a sottolineare la Tepco.

Siamo profondamente imbarazzati che questo tipo di evento inaccettabile si sia verificato dopo i tanti passi che abbiamo intrapreso per migliorare la gestione dell’acqua immagazzinata. Faremo dunque condurre un’indagine approfondita su ciò che è accaduto e determineremo quali misure supplementari devono essere prese per prevenire qualsiasi evento simile in futuro, rafforzado ulteriormente la gestione dell’acqua immagazzinata“, ha detto Zengo Aizawa, Direttore e Vice Presidente Esecutivo Tepco.

Peccato che, da quando il terremoto e lo tsunami hanno colpito il Giappone nord-orientale nel marzo 2011, la sua società stia trattenendo con difficoltà gli enormi volumi di acque contaminate presso il proprio sito, in una collezione crescente di serbatoi. Il Governo del primo ministro Shinzo Abe aveva promesso di intervenire per affrontare la crisi dell’acqua tossica. Oggi però, assistiamo all’ennesimo incidente.

Intanto nuovi rapporti indicano che la società proprietaria della centrale nucleare di Fukushima ha grossolanamente sottovalutato i livelli di radiazione rilevati proprio delle acque sotterranee contaminate. Secondo Reuters, i dipendenti non hanno misurato correttamente i livelli di radiazione in un terreno posizionato a soli 80 metri dal mare, vicino all’impianto.

I valori iniziali, che sono stati presi lo scorso luglio, hanno fatto registrare 900.000 becquerel per litro (Bq/L) di stronzio-90 radioattivo, valore rivelatosi poi sbagliato. Si trattava, in realtà, di ben 5 milioni di [Bq / L]. Il limite legale per il rilascio in mare dello stronzio 90, che ha una emivita di circa 29 anni, è di 30 becquerel per litro.

Tepco si difende dicendo che c’è stato un errore di calibrazione con una macchina che misura i livelli di stronzio nell’acqua sotterranea presso l’impianto. Se fosse vero, sarebbe qualcosa che non dovrebbe affatto accadere. Ma è solo l’ultimo inganno di una lunga serie di bugie raccontate dalla società dopo il disastro.

Roberta Ragni

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