Fukushima: gli effetti del disastro nucleare dureranno centinaia di anni

Altro che contaminazione finita. A Fukushima, l'impatto ambientale legato al disastro nucleare del 2011 avrà i suoi effetti per secoli. Foreste, fiumi ed estuari riporteranno per centinaia di anni gli orrori legati alla radioattività

Altro che contaminazione finita. A Fukushima, l’impatto ambientale legato al disastro nucleare del 2011 avrà i suoi effetti per secoli. Foreste, fiumi ed estuari riporteranno per centinaia di anni gli orrori legati alla radioattività.

A quasi 5 anni dal terremoto e dal conseguente tsunami che causarono il disastro di Fukushima, Greenpeace sta facendo ancora la conta dei danni, presenti e futuri, che il territorio e la popolazione giapponese subiranno.

Il nuovo report “Radiation reloaded”, diffuso da Greenpeace Giappone, ha rivelato che gli elementi radioattivi a lunga vita sono stati assorbiti da piante e animali, riconcentrati tramite le catene alimentari, e trascinati a valle verso l’Oceano Pacifico da tifoni, da inondazioni e dallo scioglimento della neve.

I ricercatori stanno studiando la contaminazione radioattiva dei sedimenti oceanici e alla foce del fiume sulla costa di Fukushima. L’indagine sottomarina è stata condotta da una nave di ricerca giapponese, con l’appoggio della Rainbow Warrior.

Dal marzo 2011 ad oggi, sono state 25 le indagini radiologiche su Fukushima condotte da Greenpeace. Sia le analisi dell’associazione che le ricerche indipendenti hanno dimostrato come la radioattività si muova dai bacini montani contaminati, fino a entrare negli ecosistemi costieri.

Stando ai dati, solo il fiume Abukuma, uno dei più grandi del Giappone, nei primi 100 anni dopo l’incidente potrebbe scaricare in mare qualcosa come 111 TBq (terabecquerel) di Cesio-137 e 44 TBq di Cesio-134.

Il nuovo studio si è basato sulle numerose ricerche scientifiche indipendenti effettuate nell’area di Fukushima e sulle analisi dell’impatto ambientale della catastrofe nucleare di Chernobyl, per cercare di ipotizzare cosa accadrà nelle aree contaminate del Giappone.

Non solo acque. Anche la flora e la fauna mostrano già gravi segni. I dati hanno rilevato elevate concentrazioni di radioelementi nelle nuove foglie e, almeno nel caso del cedro, anche nel polline. In aumento anche le mutazioni nella crescita degli abeti con l’aumento dei livelli di radioattività. Mutazioni sono state riscontrate anche nelle farfalle Pseudozizeria maha, Dna danneggiato nei vermi nelle zone altamente contaminate e riduzione della fertilità nella rondine. Nelle aree maggiormente colpite dalla contaminazione, è stato registrato anche un calo del numero di esemplari di 57 specie di uccelli. Per non parlare dei pesci d’acqua dolce destinati al consumo, in cui sono stati riscontrati elevati livelli di contaminazione da cesio.

rondini fukushima

“Il Programma di decontaminazione del governo giapponese non avrà quasi nessun impatto sulla riduzione del rischio ecologico legato all’enorme quantità di radioattività emessa nel disastro nucleare di Fukushima”, ha detto Kendra Ulrich di Greenpeace Giappone. “Già oltre 9 milioni di metri cubi di scorie nucleari sono sparsi su almeno 113 mila siti nella Prefettura di Fukushima. Questo mentre il governo Abe vuol far passare la favola che cinque anni dopo l’incidente nucleare la situazione stia tornando alla normalità. E, purtroppo per le vittime, ciò significa che gli viene raccontato che possono tornare in sicurezza in ambienti in cui i livelli di radiazione sono spesso ancora troppo elevati e circondati dalla una pesante contaminazione”.

Secondo Greenpeace, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica e il governo Abe hanno compiuto gravi errorsi sia in termini di rischi di decontaminazione che di rischi per l’ecosistema.

E i frutti si vedranno ancora per secoli.

Per il report completo, clicca qui

Francesca Mancuso

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