Solstizio di inverno: tradizioni e rituali del giorno più corto dell’anno

Il solstizio d'inverno cade ogni anno tra il 21 e il 22 dicembre e da il via all'inizio della stagione più fredda. Attorno a questo momento di passaggio ruotano diverse tradizioni e leggende molto antiche. Scopriamo quali

Il solstizio d’inverno segna l’inizio della stagione più fredda dell’anno. Si tratta del giorno (dì) più breve dal punto di vista delle ore di luce, che da questo momento in poi inizieranno ad aumentare rispetto alle ore di buio.

Il tutto è dovuto all’inclinazione dell’asse terrestre e al movimento della Terra rispetto al sole durante le diverse stagioni. Per quanto riguarda quest’anno, il Solstizio d’inverno cade il 22 dicembre alle 4.27. 

Dal punto di vista scientifico il solstizio d’inverno segna l’inizio dell’inverno astronomico. Ma l’importanza del solstizio va molto al di là della scienza e dell’astrologia. Si perde nei secoli. Il solstizio, come si evince dal termine che definisce questo momento dell’anno, è un evento legato al sole e alla luce.

Solstizio deriva dal latino “sol stat” (il sole si ferma). Durante il solstizio d’estate avremo la durata massima del giorno (inteso come dì) e la durata minima della notte. Durante il solstizio d’inverno accade l’opposto.

Il Solstizio d’inverno nella tradizione popolare

Nella tradizione popolare il solstizio d’inverno segna l’inizio di una stagione che già nasconde dentro di sé i semi di rinascita della primavera. Con l’aumento progressivo delle ore di luce, la natura si prepara al risveglio.

Il solstizio d’inverno cade ogni anno tra il 21 e il 22 dicembre. Il sole nel solstizio tocca il punto più basso dell’orizzonte rispetto alla linea del parallelo locale, poi inizierà a risalire. Dal solstizio in poi il “potere” del sole, rappresentato dalla sua luce, ricomincerà a crescere.

Non tutti sanno che la data del giorno di Natale fu fissata al 25 dicembre da Papa Giulio I proprio per ragioni legate al solstizio, come antica festa pagana del sole. Si trattava probabilmente di sostituire le tradizioni del passato con le celebrazioni cristiane. Nel mondo germanico il solstizio d’inverno corrisponde a Yule, mentre nella tradizione druidica si parla di Alban Arthan, la festa della Luce di Re Artù.

Gli antichi Saturnalii affondavano le proprie radici in tradizioni religiose che si perdono nella notte dei tempi e che richiamavano la rinascita del sole e il ritorno della luce come fonte di energia e simbolo di potere.

Con il solstizio d’inverno si lasciano alle spalle l’oscurità e il caos dell’anno passato e ci si prepara ad accogliere un nuovo anno ricco di prosperità. Le feste pagane del solstizio d’inverno richiamavano soprattutto l’importanza della trasformazione e della rinascita. Tra i simboli antichi del solstizio troviamo il vischio, che richiama la vita e la rigenerazione.

In diverse zone d’Italia il solstizio d’inverno è un occasione di ritrovo, di socializzazione, di riflessione o meditazione per iniziare ad accogliere il nuovo anno.

La festa celtica di Yule

Yule è una festa di tradizione celtica che viene celebrata in occasione del solstizio d’inverno. Si tratta di una festa che fa parte della tradizione germanica. Nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, Yule era la festa del solstizio d’inverno.

Nel paganesimo e nel neopaganesimo, soprattutto in quello germanico, rappresenta uno degli otto giorni solari, o sabbat; viene celebrata intorno al 21 dicembre nell’emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale.

La parola Yule deriva forse dal norreno Hjól (“ruota”), con riferimento al fatto che, nel solstizio d’inverno, la “ruota dell’anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire”.

Nei linguaggi scandinavi, il termine Jul ha entrambi i significati di Yule e di Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche per indicare il Natale (in finlandese “Joulu”), sebbene tali lingue non siano di ceppo germanico.

Non si sa molto delle antiche celebrazioni di Yule. Nei Paesi nordici Yule indicava comunque un periodo di danze, riposo e festeggiamenti. In Islanda Yule veniva celebrato secondo la tradizione antica ancora nel Medioevo.

Nel corso del tempo la celebrazione di Yule venne adattata al cristianesimo e trasformata nel Natale come lo conosciamo oggi.

L’albero di Yule è diventato il nostro albero di Natale. L’albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l’anno, è un simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l’oscurità dell’inverno. L’albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell’anno che sarebbe arrivato.

I festeggiamenti di Yule permangono nel neopaganesimo della Wicca con la commemorazione della morte dello Holly King (“Re Agrifoglio”) che simboleggia l’anno vecchio ed il sole al declino, per mano del suo successore, Oak King (“Re Quercia”), che simboleggia l’anno nuovo ed il sole che inizia la sua ascesa. In altre tradizioni si celebra la nascita del nuovo dio Sole bambino, (vedi anche l’antica festività Romana del Sol Invictus).

Il rituale tradizionale di Yule è una veglia celebrata dal tramonto all’alba successiva durante la notte più lunga dell’anno in corrispondenza con la notte del 21 dicembre, solstizio di inverno.

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