Coltiviamo un’altra economia non solo per la Giornata mondiale del Commercio Equo e Solidale

Scegliere il commercio equo e solidale permette di donare rispetto del lavoro e del pianeta destinando in maniera consapevole la nostra fiducia e permettendo di dare un supporto reale in loco

Coltivare un’altra economia, basata sulla solidarietà e il rispetto è possibile. Parlando di consumi e di economia spesso non ci fermiamo a riflettere sul vero significato di questi concetti. L’economia è fatta dalle persone e dalle loro vite: tutti noi, spinti dalla passione o dalla remunerazione, ci svegliamo la mattina e lavoriamo.

Questo lavoro però per molti significa oltre che gratificazione e senso di utilità, anche la possibilità di vivere una vita felice e libera. È questo il concetto sui cui si fonda il movimento mondiale definito “Commercio equo e solidale“.

La storia non è certa, ciò che si sa è che il primo negozio aprì nel 1958 negli Stati Uniti per giungere subito in Inghilterra quando la rete Oxfam mise in vendita prodotti creati da rifugiati cinesi, dando vita così alla prima Organizzazione di Commercio Equo nel 1964.

Se vi fosse eguaglianza e rispetto nel mondo questo movimento non esisterebbe, ma dato che i fatti, purtroppo, hanno dimostrato che in moltissimi paesi in via di sviluppo ciò che il commercio realizza, oltre che utili, sono sfruttamento delle persone e delle risorse naturali, da più di sessant’anni il commercio equo&solidale cresce rigoglioso in Italia e nel mondo.

Secondo “Altromercato” uno dei maggiori protagonisti di questo commercio nel nostro paese, l’Equo&solidale coinvolge più di un milione di produttori locali, oltre 3000 organizzazioni in 50 Paesi nel Sud del mondo.

Questo commercio agisce non solo basandosi sul mero scambio di prodotti, ma anche come forte cassa di risonanza per azioni che coinvolgono le popolazioni produttrici e sull’opinione pubblica destinataria dei prodotti importati, permettendo così di dare una voce a campagne di sensibilizzazione e di boicottaggio atte a migliorare lo sviluppo dei paesi coinvolti, le condizioni di lavoro e di vita delle piccole comunità spesso minacciate da multinazionali senza scrupoli o gestioni insensate delle risorse locali.

Scegliere il commercio equo e solidale permette di donare rispetto del lavoro e del pianeta destinando in maniera consapevole la nostra fiducia e permettendo di dare un supporto reale in loco.

io equo

L’11 maggio si celebra la Giornata Mondiale del Commercio Equo e Solidale e Altromercato scende in piazza con “IO.EQUO“, una campagna che “guarda oltre la crisi, investendo su un’economia reale fondata sul rispetto dei diritti e su una maggior equità nelle relazioni commerciali“.

Molte le iniziative previste per tutto il mese di maggio su tutto il territorio nazionale e molte le facce note che supportano il progetto come Don Luigi Ciotti, Patrizio Roversi, Syusy Bladyi o Neri Marcorè da sempre impegnati in azioni di sensibilizzazione.

Cosa possiamo fare noi?

Condividere la consapevolezza e la solidarietà tutti i giorni, scegliendo almeno in parte prodotti liberi e solidali e ricordando sempre che, anche attraverso le scelte che passano dal nostro carrello della spesa, é possibile agire attivamente sull’economia mondiale.

Kia – Carmela Giambrone

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