Le Ecolimpiadi partono da Scampia per promuovere sport sostenibile, inclusione e rigenerazione urbana

Tutto pronto per le Ecolimpiadi, l'iniziativa che unisce sport e amore per l'ambiente per orientare i cittadini verso pratiche virtuose e green. Il viaggio, suddiviso in quattro tappe, partirà da Scampia, luogo di riscatto

Lo sport è uno strumento prezioso, in grado di coinvolgere più generazioni, spingendole ad uno stile di vita più sano. Ma può essere anche il “motore” che ci spinge ad attivarci per prenderci cura dell’ambiente che ci circonda. Sono queste le convinzioni su cui poggia la prima edizione di Ecolimpiadi, la campagna – presentata oggi a Napoli in occasione della Giornata mondiale dello sport – che celebra l’unione fra l’attività sportiva e il rispetto dei luoghi in cui viviamo.

A promuoverla Legambiente, col supporto di Ecopneus (società che si occupa della raccolta e del recupero dei pneumatici fuori uso), di Hines e con la partecipazione di diverse federazioni sportive italiane.

La campagna che presentiamo oggi nasce dalla consapevolezza dell’indiscutibile capacità educativa e attrattiva dello sport sulle nuove generazioni e sui cittadini. – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – In piena emergenza climatica, crediamo che lo sport possa diventare un importante strumento per diffondere buone pratiche e stili di vita sostenibili, favorendo la formazione di cittadini consapevoli, attenti difensori del clima e il futuro del Pianeta. E per promuovere il processo di rigenerazione urbana per un miglioramento della qualità della vita della comunità e dei territori, specie quelli che vivono in una condizione di marginalità urbana.

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Le tappe delle Ecolimpiadi

Sarà un viaggio entusiasmante in quattro tappe: Napoli il 13 aprile, Bari e Milano a maggio, Roma a giugno. Si partirà da Scampia, quartiere di Napoli – città candidata Capitale Europea dello Sport 2026 – che a lungo è stato associato alla camorra e al degrado. Il luogo scelto per la tappa inaugurale non è affatto casuale. Qui si trova, infatti, un campo da calcio, realizzato con gomma riciclata da pneumatici fuori uso della filiera Ecopneus; su quella gomma sottratta ai roghi tossici adesso giocano ragazzi e bambini.

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All’esterno del campetto sorge poi il “Giardino dei Cinque Continenti e della non violenza”, inagurato grazie al “Progetto Pangea” e nel 2016 dall’alleanza di associazioni per promuovere un percorso di formazione alla non violenza e per valorizzare l’area abbandonata.

Numerose le attività a cui parteciperanno i cittadini e circa 100 studenti dell’istituto comprensivo Pertini di Scampia, che si articoleranno in tre momenti, chiamati “isole”: una dedicata alla rigenerazione urbana presso “Il Giardino dei cinque continenti e della non violenza”, con attività di guerrilla gardening a cura del circolo La Gru di Legambiente e dell’Associazione “I Pollici Verdi”; la seconda che mette al centro l’arte e il teatro con uno spettacolo sul tema del verde e della natura a cura del TAN (Teatro Area Nord); la terza dedicata allo sport: presso “Parco Corto Maltese” i giovani saranno coinvolti in attività sportive curate da diverse società come la Virtus Piscinola, l’Arci Scampia, il Napoli Calcio femminile e l’A.S.D. Arcieri di Napoli. Un momento di svago, con le testimonianze di alcune giocatrici del Napoli Calcio femminile e di Anna Carrasco, campionessa mondiale di tiro con l’arco e testimonial della prima tappa.

La campagna promossa da Legambiente nel luogo in cui si svolgerà l’iniziativa, è di strategica importanza, anzitutto perché propone ai nostri giovani buone pratiche e stili di vita sostenibili –sottolinea Emanuela Ferrante, Assessore allo sport e alle pari opportunità del Comune di Napoli – Saranno, inoltre, trattati temi, come la rigenerazione urbana, la rinnovazione energetica dell’impiantistica sportiva e lo sport nelle scuole, che sono il primo veicolo di riflessione per proporre quella educazione sociale ed ambientale ormai non più rinviabile, e piuttosto trascurata negli ultimi decenni. Sono partners come Legambiente che devono e possono accompagnarci nel percorso verso quella rigenerazione sociale, oltre che ambientale, perseguita da tutta l’amministrazione.

Ambiente e sport: un binomio vincente ma sottovalutato

Il binomio ambiente e sport, se incentivato, può portare a risultati sorprendenti, orientando cittadini verso buone pratiche e stili di vita sostenibili, oltre che promuovendo l’inclusione sociale e la rigenerazione urbana.

Un binomio che però, in Italia, si sta sviluppando solo negli ultimi anni, in ritardo rispetto ad altre nazioni europee. Facendo riferimento al solo al settore calcio, secondo i dati raccolti nel Responsiball Ranking 2021, l’Italia è solo al 12° posto nella classifica di sostenibilità. – commenta con l’amaro in bocca Legambiente – A pesare la scarsa cultura ambientale all’interno delle società sportive, che porta spesso all’assenza di figure professionali specializzate sui temi di corporate social responsability, e le carenze degli impianti e delle strutture, spesso inadeguate ed inefficienti dal punto di vista energetico. Non solo stadi, ma anche palazzetti per il basket e la pallavolo, arene di atletica leggera, autodromi, piscine, piste da sci. Strutture in larga parte “vecchie”, considerato che per oltre il 60% risalgono a prima del 1980, e dispendiose sul piano energetico.

Secondo le stime dell’Istituto di credito sportivo, ogni anno questa inefficienza produce emissioni climalteranti e uno sperpero pari a più di 800 milioni di euro. “Ecolimpiadi” punta quindi anche ad accendere un faro sulle criticità degli impianti sportivi e mostra alcuni esempi virtuosi di come queste sono state superate (o aggirate) tramite opere di riqualificazione e rigenerazione, urbana e sociale.

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Fonte: Legambiente

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