A 50 anni dal disastro, il 2013 sara’ dedicato al Vajont

50 anni fa il terribile disastro del Vajont. Era il 9 ottobre del 1963 quando morirono 1909 persone a causa di una frana staccatasi dal Monte Toc, che coinvolse il bacino della diga, provocando un'onda omicida. Per questo, a 50 anni dalla tragedia che colpì il Friuli, il Congilio Nazionale dei Geologi ha dedicato il 2013 alle vittime

50 anni fa il terribile disastro del Vajont. Era il 9 ottobre del 1963 quando morirono 1909 persone a causa di una frana staccatasi dal Monte Toc, che coinvolse il bacino della diga, provocando un’onda omicida. Per questo, a 50 anni dalla tragedia che colpì veneto e Friuli, il Congilio Nazionale dei Geologi ha dedicato il 2013 alle vittime.

Vajont 2013 avrà lo scopo di rinfrescare la memoria riguardo alla tragedia provocata dalla frana ma sarà anche l’occasione per valutare le possibili attività di prevenzione al fine di evitare il ripetersi di un disastro simile. Per questo il Consiglio dei Geologi dedicherà il neo-arrivato 2013 ad una serie di incontri e di ricerche sulle tecniche di prevenzione.

Insieme, al terremoto dell’Irpinia con le sue 2.914 vittime, il disastro del Vajont è l’evento naturale che in Italia ha causato il maggior numero di morti negli ultimi 50 anni: “Nel nostro Paese, negli ultimi 50 anni, più di 7500 persone hanno perso la vita in alluvioni o terremotiha detto Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Cosa accadde nel 1963? Una frana si staccò dal pendio montuoso del Monte Toc sovrastante il bacino idroelettrico situato allora al confine tra le province di Belluno (Veneto) e Udine (all’epoca dei fatti, ora Pordenone, Friuli-Venezia Giulia), a causa probabilmente dell’innalzamento delle acque del lago artificiale oltre quota 700 metri voluto dall’ente gestore per il collaudo dell’impianto. Ma si trattò anche di una serie di circostanze fortuite, come le abbondanti precipitazioni del periodo. L’acqua, a causa della frana, tracimò e superò la diga. Le cittadine del fondovalle vennero raggiunte dalla gigantesca onda. Longarone venne completamente spazzata via, e l’area di Erto e Casso fu gravemente danneggiata.

Per non dimenticare quanto accadde e per evitare che tragedie di questo tipo possano ripetersi, il Consiglio Nazionale dei Geologi ha preparato un ampio programma di appuntamenti che si concluderà il 6-7 ottobre a Longarone, con la Sessione Tecnico-Politica: “Impatto della frana del Vajont sul territorio”.

Negli ultimi 50 anni, dicono dunque i geologi oltre 7500 persone sono state uccise da alluvioni o terremoti. “Non solo per non dimenticare, ma anche per analizzare studi e tecniche di prevenzione – ha concluso Graziano – fondamentali per un Paese come l’Italia dal territorio bello e fragile. Ricorderemo quei tragici momenti, ma andremo oltre, cercando di porre le basi per un Paese moderno, in cui le scienze della terra siano realmente alla base di uno sviluppo sostenibile“.

Francesca Mancuso

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