Energia: così la tassa sugli extraprofitti sta penalizzando anche i comuni che hanno investito nelle energie rinnovabili

Nelle ultime settimane diversi comuni italiani stanno ricevendo fatture con cifre da capogiro legate alla tassa sugli extraprofitti. In questo modo una misura concepita per le grandi società energetica sta penalizzando pesantemente anche quelle amministrazioni comunali che hanno investito nelle rinnovabili

I comuni italiani che hanno deciso di investire nelle energie rinnovabili stanno facendo i conti con un bel problema: la tassa sugli extraprofitti, ovvero quei guadagni record messi a segno dalle aziende di fornitura energetica a seguito dei rincari dell’elettricità e del gas. La misura è stata introdotta di recente dal Governo per compensare i guadagni delle grandi imprese energetiche, recuperando risorse economiche per sostenere le imprese minori e le famiglie in difficoltà.

Peccato, che questa tassa stia penalizzando anche le amministrazioni comunali che hanno installato pannelli fotovoltaici (sfruttando gli incentivi) sul territorio pubblico per far fronte alla crisi energetica.

Ed è così, ad esempio, che un piccolo comune emiliano come quello di Rolo – che conta circa 4000 abitanti – si è visto recapitare una fattura di ben 188mila euro, da pagare entro il mese di ottobre. Una cifra da capogiro.

A denunciare quest’assurda situazione il sindaco Luca Nasi attraverso un post su Facebook, in cui ha allegato l’avviso di pagamento:

Vorrei condividere con tutta la cittadinanza la foto del bollettino PAGO PA arrivato oggi inerente i proventi del Campo Fotovoltaico Comunale da versare al GSE, per finanziare le finora insufficienti misure messe in campo dal Governo nei vari decreti aiuti. Si tratta per Rolo di 188 mila euro e risulta essere un acconto per il periodo febbraio – ottobre 2022.

Come amministrazione avevamo già in luglio, appena si era avuta comunicazione ufficiale del GSE, provveduto ad accantonare i maggiori profitti derivanti dalla vendita dell’energia del campo fotovoltaico. Temo però che molti enti, ma soprattutto molte aziende si troveranno ulteriormente in difficoltà nel dover dar seguito a questi pagamenti forzati, anche solo per carenza di liquidità, non potendo dilazionare o rateizzare il pagamento.

Da mesi il comune monitora attentamente le spese energetiche e, invece di essere stata sostenuto nella transizione verso l’energia pulita e rinnovabile, la cittadina si è vista fortemente penalizzata.

Volendo riassumere la vicenda “tassazione extraprofitti”, tassazione in principio condivisibile, non si è però a mio avviso assolutamente tenuto conto delle situazioni pratiche e reali dove ad esempio un comune o un azienda oltre ad essere marginalmente produttori di energia elettrica sono anche consumatori di energia e gas.  – prosegue il primo cittadino di Rolo – Per cui per riassumere la vicenda non si è fatta alcuna differenza tra chi negli anni ha messo in atto investimenti nelle energie rinnovabili e chi invece non lo ha fatto.

La richiesta dell’ANCI

Sulla questione è intervenuta di recente anche l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, inviando una lettera ad Arera e Gse per chiedere la sospensione immediata della compensazione degli extraprofitti

I Comuni stanno ricevendo dal GSE le fatture con scadenza al 31 ottobre per il pagamento delle somme dovute a seguito dell’applicazione retroattiva del meccanismo di “compensazione a due vie” sul prezzo dell’energia elettrica, come previsto dal Dl Sostegni Ter. – si legge nella lettera – L’Anci ha però stimato che la restituzione degli extraprofitti generati da impianti rinnovabili in “conto energia” impatta su un totale di circa 1200 Comuni di varie dimensioni. Si tratta di somme con cui i Comuni finanziano parte dei servizi erogati alla comunità locale. Per questo l’applicazione della norma porterà la maggior parte degli enti in squilibrio finanziario.

I proventi dei Comuni, proprietari degli impianti, non sono in alcun modo assimilabili alla nozione di “extraprofitto”, sia sotto il profilo soggettivo che oggettivo: da un punto di vista soggettivo non si tratta di ricavi o profitti di natura privatistica ma di entrate o proventi di natura pubblicistica”. Da un punto di vista oggettivo invece “si tratta di proventi destinati alla collettività e all’erogazione dei servizi ai cittadini e non all’utile o profitto privato”. L’Anci chiede pertanto la sospensione immediata dell’applicazione della norma con l’obiettivo di trovare assieme una soluzione condivisa.

In questo momento così delicato lo Stato dovrebbe sostenere i comuni che vogliono impegnarsi per combattere il caro energia con soluzioni sostenibili. Non affossarli.

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Fonti: ANCI/Luca Nasi (sindaco di Rolo) 

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