Riscaldamento a pavimento, vantaggi e svantaggi per riscaldare la casa (e come funziona)

Il riscaldamento a pavimento è un’opzione che non usa gas, in quanto consiste di pannelli radianti collocati sotto le piastrelle del pavimento per far circolare acqua e resistenze elettriche che generano calore tramite la corrente prodotta. Ma, come in tutte le cose, ci sono sia vantaggi che svantaggi

Il riscaldamento a pavimento è un’opzione con la quale sono progettati alcuni edifici che non prevede uso di gas. Il sistema è infatti costituito consiste di pannelli radianti collocati sotto le piastrelle del pavimento per far circolare acqua e resistenze elettriche che generano calore tramite la corrente prodotta. Può essere una soluzione più ecologica (ma solo in alcune condizioni) ma, come tutte le cose, ha anche degli svantaggi.

Che cos’è il riscaldamento a pavimento (e come funziona)

Come si legge sul sito di ACEA, un impianto di riscaldamento a pavimento è formato da pannelli radianti collocati sotto le piastrelle del pavimento, all’interno dei quali è possibile porre:

  • tubature per far circolare l’acqua
  • un sistema di resistenze elettriche in grado di generare calore tramite la corrente prodotta (per effetto Joule)

Nel primo caso l’acqua può essere riscaldata tramite una pompa di calore, da pannelli solari o da una caldaia di tipo tradizionale (inutile forse dire quale tra le seguenti opzioni è più rispettosa dell’ambiente), mentre nel secondo a produrre la corrente può essere, ad esempio, un impianto fotovoltaico, soluzione largamente più green.

Entrambe le soluzioni, comunque, operano a basse temperature, garantendo così un ridotto consumo di energia. Il calore viene diffuso nelle stanze per irraggiamento e la sua diffusione risulta essere più omogenea.

Il riscaldamento a pavimento funziona bene anche con basse temperature d’acqua – precisa Acea –  L’acqua calda ha una temperatura che oscilla tra i 30°C e i 40°C, contro i 70°C che servono in genere negli impianti con radiatori

riscaldamento a pavimento

©Acea

Vantaggi del riscaldamento a pavimento

Uno è stato già evidenziato: operando a basse temperature, consuma una quantità di energia generalmente inferiore al sistema di impianti con radiatori (se si acquista un nuovo immobile o si effettua una riqualificazione energetica, a fronte di un prezzo d’acquisto maggiore rispetto ai sistemi tradizionali, Acea stima un risparmio energetico superiore al 20% all’anno, senza dimenticare che la riqualificazione dà diritto a usufruire di incentivi e detrazioni fiscali).

Il sistema inoltre migliora la qualità dell’aria e il tasso di umidità, con benefici sulla qualità della vita e dell’abitazione.

Inoltre non occupa spazio in quanto collocato sotto al pavimento (ma attenzione: se la posa non viene effettuata da soggetti realmente specializzati, il pavimento può essere soggetto a rigonfiamenti).

Ma forse l’aspetto più potente è la possibilità di usare energie rinnovabili, ovvero di autoprodurre con fonti di energia pulita quella corrente elettriche che tanto ci serve per scaldarci.

Riscaldamento a pavimento, svantaggi

Di certo però un tale sistema implica dei costi di installazione davvero elevati: se abitiamo già in una casa che non lo prevede, installarlo è oneroso in termini di tempo e denaro, trattandosi si installare tutto al di sotto di un pavimento già esistente.

Come accennato prima poi, occhio alle persone a cui affidiamo i lavori.

Questa soluzione è sconsigliata in assenza di un solaio non coibentato a regola d’arte – precisa Acea – Per poter contenere l’impianto, infatti, si stima che il livello del pavimento venga innalzato di almeno 5 cm rispetto al normale. Analogamente la soluzione non è idonea in presenza di soffitti molto alti, che rischiano di minare la corretta diffusione del calore. In nessun caso, poi, il pavimento a pannelli radianti può essere acceso e spento a intermittenza

Leggi anche: Conviene tenere i termosifoni sempre accesi o a intermittenza? Come risparmiare davvero energia (e soldi)

Quest’ultimo aspetto, a volte trascurato, si deve al meccanismo di funzionamento intrinseco: al contrario del riscaldamento tradizionale, infatti, affinché si riscaldi l’ambiente, questo va tenuto acceso almeno un giorno e deve restare in funzione una volta raggiunta la temperatura desiderata.

The last but not the least, il riscaldamento a pavimento rischia, infine, di presentare un conto salatissimo in caso di guasti che prevedano la rottura del pavimento.

Come per tutte le cose, è bene valutare ogni aspetto prima di fare delle scelte.

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Fonte: Acea

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