Niente parco eolico nel porto di Genova da parte del MIC, nuovo freno allo sviluppo delle rinnovabili in Italia

Ma intanto, in anticipo sui tempi fissati, la Commissione Via per il PNRR approva il progetto della diga foranea della città ligure, un’opera imponente che avrà la “funzione di creare una nuova configurazione degli accessi portuali che garantisca i transiti e le manovre delle navi di ultima generazione”

È impattante, deturpa il paesaggio e pregiudica il panorama”, così il Ministero della cultura boccia senza appello il parco eolico da realizzare sulla nuova diga foranea del porto di Genova. Sul banco “motivi legati a vincoli paesaggistici”, ma la scusa non regge.

Frattanto, proprio in queste ore è stato approvato, in meno di quattro mesi e con circa 15 giorni di anticipo sul termine previsto dalla legge, il parere della Commissione Via-Vas del ministero per la Transizione ecologica sulla nuova diga foranea dello stesso porto di Genova (per un valore di circa un miliardo di euro).

Un nuovo assetto in cui, quindi, rischia di non esserci il progetto di un parco eolico perché, secondo il dicastero guidato da Dario Franceschini che ha espresso parere negativo all’autorità di sistema portuale, invitando a stralciare la proposta dalla valutazione d’impatto ambientale, è troppo impattante per il paesaggio cittadino.

Non mancano le proteste e le opinioni dei più esperti: “come se il porto di Genova non fosse uno spettacolo orribile e inquinante adesso”, si legge da più parti esponendo il principale problema: la Liguria ha ormai da anni una produzione di energia eolica praticamente ferma e sfrutta solo in minima parte le potenzialità offerte dal territorio.

Incomprensibile lo stop paesaggistico rispetto ad altre criticità. La Regione dia impulso alle rinnovabili, aggiornando il Piano energetico e rivedendo le aree non idonee all’eolico, dicono da Legambiente, che non condivide la bocciatura per motivi paesaggistici.

Si contesta l’impatto relativo alla altezza delle pale ma la nuova diga, come una muraglia che svetta per sette metri fuori dall’acqua ed ha una lunghezza di oltre tre chilometri non comporta un impatto paesaggistico?

La Regione Liguria ha un potenziale di 500 MW da eolico, attualmente sono 34 gli impianti in funzione per una potenza di di 65.9 MW. La produzione di energia elettrica da eolico in Liguria è praticamente stagnante dal 2013 ad oggi, quando si producevano 121.1 GWh a fronte dei soli 132.2 GWh del 2020. Un incremento di soli 8 punti percentuali in 8 anni ma con un arretramento rispetto al dato del 2019 del 5% (produzione 139.1 GWh).

Sdrammatizza Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico Kyoto Club, che posta una bellissima foto di mulini nel porto di Blyth installati nel 1993 e potenziati nel 2008:

D’altronde, non è un caso che non ci sia neanche un porto italiano nell’iniziativa europea WINDERUROPE/_PORTS, dove invece figurano città come Amsterdam o Bilbao:

eolico porti europa

©WINDERUROPE/_PORTS

L’Italia non si dirà mai addio veramente alle fonti fossili se si continuerà ad avere un approccio simile e non verrà data priorità a un possibile cambiamento dei passaggi industriali e all’integrazione delle rinnovabili nel paesaggio gestito dall’uomo.

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Fonti: MICCommissario Straordinario Nuova Diga Foranea di Genova

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