Catturare il sole nel deserto del Thar: 2.245 megawatt prodotti da milioni di pannelli fotovoltaici

Uno dei più grandi parchi solari del mondo è nel Deserto del Thar, in India, la cui costruzione è apparsa per la prima volta nelle immagini satellitari del 2015. Oggi si estende su oltre 5700 ettari per una capacità totale di 2245 Megawatt

Forse è poco ospitale per viverci, ma ottimo per accumulare e produrre energia dal sole: non è a caso uno dei più grandi parchi solari del mondo è nel Deserto del Thar, in India, in particolare nella cittadina di Phalodi. 5700 ettari di pannelli solari per il Bhadla Solar Park, un’area pari a un terzo di Washington, DC.

Temperature torride, suoli sterili, riserve idriche limitate e frequenti tempeste di vento rsono davvero condizioni improponibili per vivere, ma l’abbondanza di spazi aperti e di sole rendono Phalodi, in una zona remota del Rajasthan occidentale, un luogo ideale per sfruttare l’energia solare.

La costruzione del Bhadla Solar Park, vicino al confine dell’India con il Pakistan, ha iniziato ad apparire nelle immagini satellitari nel 2015, come si vede in un video disponibile su Google Earth Engine.

Ora milioni di pannelli fotovoltaici ricoprono Phalodi, conferendo un aspetto diverso a paesaggi un tempo sabbiosi e marroni: l’Operational Land Imager (OLI) del satellite Landsat 8 ha catturato una spettacolare immagine satellitare a colori naturali del parco il 26 gennaio 2022.

Bhadla Solar Park deserto india

©Nasa

Bhadla Solar Park si estende su oltre 5700 ettari, un’area grande circa un terzo di Washington, DC. Con una capacità totale di 2245 Megawatt, è tra i più grandi parchi solari del mondo, secondo davvero a pochi altri.

La costruzione e il mantenimento dell’immensa installazione sono una notevole sfida ingegneristica: infatti, anche se i cieli costantemente limpidi della zona garantiscono un luce solare abbondante, le frequenti tempeste di polvere ricoprono i pannelli con strati di minerali e sabbia che ostacolano la produzione di elettricità.

Alcuni operatori hanno scelto quindi di attivare migliaia di robot di pulizia sui pannelli, una tattica pensata per ridurre il lavoro manuale nonchè la quantità di acqua necessaria per la pulizia. Uno studio del 2020 suggerisce inoltre che le immagini Landsat potrebbero essere di supporto a tali sistemi aiutando le aziende a identificare l’accumulo di polvere e ottimizzare così le operazioni di pulizia.

Fonti: Nasa / Google Earth Engine

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