Eolico: perché è scoppiata una bufera dopo l’ultima puntata della fiction Rai “Imma Tataranni”

Dopo l'ultima puntata della serie tv Rai "Imma Tataranni - Sostituto procuratore", andata in onda la scorsa settimana, nel nostro Paese si è aperto un acceso dibattito sull'impatto ambientale e sociale dell'eolico. Ma come ed esattamente perché è scoppiata la "guerra del vento"? Ripercorriamo la vicenda

È polemica in Italia dopo la messa in onda dell’ultima puntata della fortunata fiction Rai “Imma Tataranni 2”. La causa del polverone? Tutta “colpa” dell’eolico. Nell’episodio, infatti, vengono mostrate le ombre di questa forma di energia rinnovabile. Una narrazione negativa che non è andata giù ad Anev, l’associazione nazionale energia del vento, che ha deciso di non restare in silenzio e indirizzare una lettera alla Rai.

Dalla scorsa settimana va avanti la polemica, che si è spostata sui quotidiani e sui social. Ma cosa è accaduto esattamente? Perché tanto rumore per una fiction? Facciamo chiarezza.

L’episodio “incriminato” e la reazione di Anev

Tutto nasce da una puntata della fiction in cui la protagonista, il sostituto procuratore Imma Tataranni, conduce un’indagine sull’installazione di pale eoliche a centri abitati in Basilicata. Nella storia le pale vengono presentate come molto rumorose e fonte di pericolo per gli uccelli.

Questo tipo di rappresentazione non è stata afatto gradita da Anev, che ha subito scritto una lettera per chiedere un riscontro urgente alla Rai.

Nel corso della puntata si dà una descrizione errata e tendenziosa di un settore, come quello eolico, che è nella realtà foriero di benefici di natura ambientale ed economica, sempre più evidenti oggi, con la crisi energetica e climatica in atto. – sottolinea l’associazione – Nello specifico, viene descritto un parco eolico molto vicino alle abitazioni, e questo non è veritiero, in quanto non è consentito dalla normativa attuale che non autorizza la realizzazione di impianti eolici in prossimità dei centri abitati, prevedendo una fascia di rispetto pari a sei volte l’altezza della torre di un aerogeneratore, considerando quindi l’attuale tecnologia una distanza pari a circa 500 m.

È pertanto menzognero parlare di rumore molesto della turbina, che peraltro corrisponde solo all’attrito dell’aria con le pale eoliche e con la torre di sostegno e che le moderne tecnologie hanno ridotto al massimo.

Anev ci ha tenuto poi ha specificare che l’impatto sugli uccelli non è deleterio come viene mostrato nella serie televisiva.

Viene descritto l’impianto eolico come impattate sull’ecosistema e pericoloso per l’avifauna. Anche questa è una notizia falsa, perché vige l’obbligo per chi costruisce gli impianti eolici di effettuare degli studi sul territorio e di escludere le zone che interessano le rotte migratorie dei volatili. – aggiungono – Secondo l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l’eventuale impatto che potrebbe verificarsi con una turbina eolica, è inferiore a quello dovuto all’impatto degli uccelli con automobili, pali della luce e del telefono.

Mentre, come sostiene il WWF, i benefici che il settore eolico porta a fauna e avifauna, in termini di lotta al cambiamento climatico, sono superiori, considerando che sulla base di più di 200 lavori scientifici, si evidenzia che a causa delle emissioni di gas serra alcune specie sono in declino fino al 90% e con insuccesso riproduttivo totale e senza precedenti.

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La LIPU interviene a difesa della fiction

Nel frattempo sulla vicenda è intervenuta anche il Coordinamento Basilicata e Puglia della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) – prendendo apertamente le difese del contenuto proposto dalla seguitissima fiction.

Modalità aggressive e senza concertazione sociale degli insediamenti eolici, rumore assordante per quanti lavorano o addirittura sono costretti a viverci in prossimità, bellezza del territorio rurale trasformato in una “via crucis”, uccelli colpiti dai rotori eolici…. sono stati il dialogo descrittivo degli attori. – commenta l’associazione, descrivendo come “sconcertante” la reazione di Anev – Un passaggio di verità più unico che raro sullo schermo TV, considerando 20 anni di omertà dei grandi media e del servizio pubblico RAI sullo scempio del Sud, con un qualunquismo imperante nei talk nazionali, estromettendo dalla parola chi è costretto ad ospitare questi impianti.

Un contesto falsificato in nome della “energia pulita” usata (a torto) come ricatto per imporre centinaia e centinaia di questi impianti industriali, con annessi sbancamenti, elettrodotti, stazioni elettriche.

La risposta della RAI

Alla fine per tentare di mettere a tacere le polemiche e e rassicurare Anev è arrivata la risposta da parte della Rai.

Nella lettera di risposta alle nostre rimostranze per aver mistificato i fatti aumentando il rumore delle pale eoliche, per aver detto che le stesse fossero state installate a distanze non consentite dalla legge e che facevano strage di avifauna, ci viene spiegato il motivo di tali fatti. – fa sapere l’associazione – Il motivo di questa scelta starebbe infatti nella natura della fiction “Imma Tataranni – SOSTITUTO PROCURATORE”, poiché “il prodotto […] appartiene al genere delle opere di pura fantasia” e che quindi per questioni puramente artistiche questo modello “prescinde dal requisito della verità”.

Nello specifico la richiesta dell’ANEV di chiarimento derivava dalla constatazione che un tema così importante dovesse essere trattato in modo maggiormente attento, al fine di poter contribuire ad una corretta informazione sul tema delle energie rinnovabili che, alla luce dell’attuale crisi energetica mondiale, dovrebbe essere affrontato non diciamo con favore ma certamente non in modo ostile e contrario.

Ciò detto, l’ANEV prende atto della risposta nella quale si dichiara che “il prodotto in questione appartiene al genere delle opere di pura fantasia, caratterizzate da esigenze puramente artistiche; la narrazione degli eventi, pertanto […] prescinde dal requisito della verità” e che “dialoghi e contesti sono, infatti, frutto della libertà artistica degli autori” e che “in un siffatto contesto, per lo più immaginario, lo spettatore è consapevole di assistere ad una artificiosa ricostruzione” e ancora lo spettatore “non sarà certamente portato a ritenere che sia stato scrupolosamente rispettato un criterio di verità”.

Tuttavia, il chiarimento della Rai non è bastato a placare totalmente gli animi. Per Anev quella puntata rappresenta uno scivolone da evitare assolutamente in un periodo in cui l’Italia sta affrontando una grave crisi energetica e in cui bisognerebbe investire di più in energia pulita e rinnovabile, invece di continuare a sostenere i combustibili fossili.

“Continuiamo però a non comprendere la ragione di una scelta così anacronistica di aver voluto mistificare la realtà per ottenere un effetto di discreditamento di una fonte pulita come quella derivante dall’eolico, infatti sarebbe stato sufficiente ricondurre l’intero copione alla realtà dei fatti per ottenere lo stesso risultato senza screditare, con false argomentazioni, un settore industriale produttivo come quello eolico” conclude Anev.

Forse in questo momento così delicato mettersi a screditare l’eolico – che oggi utilizza tecnologie più sofisticate per limitare l’impatto su ambiente e animali – non è si rivela esattamente una mossa vincente.

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Fonti: ANEV/LIPU

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