I Paesi del G7 smetteranno di finanziare i combustibili fossili all’estero (peccato che non ci sia ancora una data)

I ministri delle maggiori economie mondiali avrebbero raggiunto un accordo che potrebbe trasferire circa 33 miliardi di dollari all'anno a fonti di energia pulita. Il problema è che però non si sa entro quando tutto ciò potrà avvenire

Nuove buone da Berlino, ma non troppo: le più grandi economie del mondo smetteranno di finanziare qualsiasi sviluppo di combustibili fossili all’estero, spostando fior fior di dollari all’anno dai combustibili fossili alle fonti di energia pulita.

Ma non si sa quando tutto ciò avverrà.

I ministri presenti a Berlino all’appena concluso G7 su clima ed energia avrebbero infatti concordato di porre fine ai finanziamenti per i progetti di petrolio, gas e carbone all’estero.

I paesi membri sono il Giappone – che alla COP26 si era opposto a tale impegno – il Regno Unito, gli Stati Uniti, il Canada, l’Italia, la Francia e la nazione ospitante di quest’anno, la Germania.

Siamo uniti nell’idea che la sicurezza climatica e ambientale siano assolutamente sinonimi di energia e sicurezza nazionale e non posso esagerare. Risolvere la crisi energetica globale e la crisi climatica cronica richiede la stessa soluzione: si tratta di ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili come parte di una transizione gestita, dice Alok Sharma, il presidente britannico della Cop26.

L’incontro di Berlino avrebbe insomma fatto registrare passi avanti sul fronte della riduzione delle emissioni, sia per quanto riguarda la decarbonizzazione che i finanziamenti alle fonti fossili, ma non troviamo un accordo relativo alla data entro cui abbandonare definitivamente il carbone.

Il comunicato finale del summit riporta inoltre un appello ai Paesi in cui

Addio carbone, ma quando?

Se nella bozza iniziale compariva una data per il phase out parlando di non oltre il 2030, nel testo finale (in cui si dice di accogliere i dati dell’IPCC AR 6 e quelli di Glasgow). la data è sparita del tutto e si dice solo genericamente addio alle fonti fossili.

Eppure, il G7 Clima e Energia promette di fare “passi concreti e tempestivi verso l’obiettivo di una eliminazione definitiva della produzione nazionale di energia elettrica da carbone unabated”.

Qualche data, invece, compare nel momento in cui si parla di decarbonizzazione del mix elettrico: 2035, secondo anche quanto suggerito dalla Iea nello scenario di transizione accelerata. Ma nel documento finale, i 7 Paesi si sono impegnati a “raggiungere un settore elettrico prevalentemente decarbonizzato entro il 2035”. Ora sta a veder cosa si intenda con quel predominantly.

Deep sea-mining, ovvero l’estrazione di minerali dai fondali oceanici

In vista della Giornata mondiale degli Oceani, un punto potrebbe essere interessante: il paragrafo 29 mette in risalto il deep sea mining, l’estrazione di minerali dai fondali oceanici. Già lo IUCN l’anno scorso ha chiesto una moratoria globale. Ne parlammo qui: Risultato storico contro l’estrazione di metalli preziosi dalle profondità dell’oceano: passa la moratoria mondiale

Ora il testo chiede l’introduzione di regole per proteggere l’ambiente prima di iniziare qualsiasi attività:

Una solida base di conoscenze sull’ambiente marino di acque profonde e sui rischi e impatti potenziali delle operazioni di estrazione mineraria in acque profonde, in grado di dimostrare che l’ambiente non è seriamente danneggiato, è fondamentale per valutare il nostro consenso in seno al Consiglio dell’ISA per qualsiasi futuro permesso di estrazione.

Basta plastica

Il rapporto finale del G7 Clima e Energia propone di andare oltre il trattato internazionale sulla plastica che è in via di rifinitura all’Onu e di affrontare i problemi delle microplastiche, della plastica monouso, dei polimeri non riciclabili e della plastica prodotta con additivi dannosi per l’ambiente e il clima.

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Fonti: G7 GermanyThe Guardian

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