Aumento bollette energetiche: è davvero colpa degli incentivi alle rinnovabili?

Dal 1° maggio nuovi rincari per le bollette elettriche, ma davvero è colpa delle rinnovabili?

Ancora rincari e aumenti in bolletta per i costi dell’energia elettrica. Dal 1° maggio infatti pagheremo il 4,3% in più, con un aumento medio di 21 euro all’anno. Di male in peggio visto che tale incremento della spesa va ad aggiungersi a quello deliberato dall’Aeeg circa un mese fa riguardo al secondo trimestre del 2012.

Allora, l’Autorità aveva spiegato che ogni famiglia avrebbe speso 27 euro in più, senza contare gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili e assimilate, che avrebbero gravato per un ulteriore 4% circa sulla bolletta. È la cosiddetta componente A3.

Cosa cambia? Dallo scorso martedì, il prezzo di riferimento dell‘energia elettrica sarà di 19,09 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse, mentre la spesa media annua della famiglia-tipo residente, con consumi di 2.700 Kilowattora e potenza impegnata di 3 Kilowatt, sarà pari a 501 euro circa.

Gli aumenti delle bollette, almeno relativamente alla componente A3, sembrano essere associati alle rinnovabili. Il presidente dell’Authority, Guido Bortoni, ha sottolineato che “l‘obiettivo di allora era richiamare l’attenzione dei decisori pubblici sulla necessità di rivedere alcuni parametri dei meccanismi d’incentivazione, in quanto alcuni indicatori della politica energetica erano quasi raggiunti. Da quel momento il decisore pubblico ha avviato un processo per una rinnovata programmazione degli incentivi, in un percorso di coerenza generale per contemperare la sostenibilità delle bollette con i legittimi interessi dei soggetti attivi nella green economy.

In vista degli aumenti, Federconsumatori ha calcolato la spesa media per l’energia, che supererà il record storico raggiunto nel 2008. E se nel 2011 la spesa annua si è attestata a 436 euro circa, con i ripetuti aumenti registrati quest’anno e con l’ulteriore incremento di 21 Euro dal 1° maggio, la cifra salirà fino a 501,58 euro, ben 64,7 euro in più rispetto all’anno scorso (14,8%). E si temono nuovi aumenti a partire da luglio.

Gli incentivi per le rinnovabili hanno davvero fatto lievitare le nostre bollette? Le associazioni lo negano con decisione. I senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, già un mese fa proposero un disegno di legge per riformare la struttura delle bollette, eliminando i 4 miliardi di oneri impropri, i contributi per l’incenerimento dei rifiuti e per il nucleare e i sussidi alle acciaierie.

Secondo quanto si legge sul Fatto Quotidiano, gli oneri generali del sistema elettrico, di cui fa parte anche la componente A3, incidono per circa il 7% della spesa totale lorda ma comprendono anche il finanziamento agli utenti industriali energivori, tra cui Ferrovie dello Stato e aziende come l’Alcoa, ma anche lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari, i costi della ricerca e i bonus elettrici. Ma Federconsumatori, per alleggerire questi costi, auspica che il Governo modifichi il meccanismo di sostegno alle fonti rinnovabili, che inciderebbe “sotto la voce oneri di sistema per il 16% sulla bolletta elettrica delle famiglie“. Quest’ultimo, a detta di Federconsumatori, dovrebbe essere pagato attraverso la fiscalità generale.

Inoltre – sostiene Mauro Zanini, Vice Presidente dell’associazione – occorre attuare ulteriore pulizia negli ‘oneri di sistema’ in bolletta per le voci impropriamente annoverate tra le fonti rinnovabili, come la dismissione delle vecchie centrali nucleari e promuovere una maggiore concorrenza nel mercato anche nel settore retail (sostanzialmente asfittico) ed interventi infrastrutturali sulla ‘rete elettrica distributiva‘”.

Francesca Mancuso

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