Quarto conto energia: la prima bozza per il decreto che modifica gli incentivi al fotovoltaico

Ancora Quarto Conto Energia: oggi, durante un incontro tra i rappresentanti delle Regioni ed i Minstri Paolo Romani e Stefania Prestigiacomo, è stata discussa la prima bozza di Decreto che, in attuazione del Decreto Romani, dovrebbe definire le nuove tariffe incentivanti per il fotovoltaico. Domani, invece, la bozza dovrebbe essere sottoposta alle associazioni di settore e, in generale, alle categorie produttive del fotovoltaico. Mercoledì, infine, la bozza dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri per una prima discussione.

Ancora Quarto Conto Energia: oggi, durante un incontro tra i rappresentanti delle Regioni ed i Minstri Paolo Romani e Stefania Prestigiacomo, è stata discussa la prima bozza di Decreto che, in attuazione del Decreto Romani, dovrebbe definire le nuove tariffe incentivanti per il fotovoltaico. Domani, invece, la bozza dovrebbe essere sottoposta alle associazioni di settore e, in generale, alle categorie produttive del fotovoltaico. Mercoledì, infine, la bozza dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri per una prima discussione.

I rappresentanti del mondo produttivo, del resto, hanno continuato a riunirsi esprimendo le loro opinioni su quello che dovrebbe essre un corretto e graduale passaggio dal Terzo al Quarto Conto Energia: ad esempio a Parma, durante un incontro moderato da Paolo Pogliani della rivista tecnica “Impianti Solari”, ANIE/GIFI ha parlato della situazione attuale e delle prospettive del settore alla luce dell’approvazione del Decreto Romani, presentando le proprie proposte.

I due principi fondamentali per gestire al meglio la transizione – ha dichiarato Andrea Brumgnach, Consigliere GIFI-ANIE, responsabile della Commissione Comunicazione & Marketing intervenuto oggi alla tavola rotonda – sono quelli di salvaguardare gli investimenti già avviati e di evitare l’adozione di ogni misura che provochi distorsioni al mercato come è successo nel caso del Salva Alcoa.“

ANIE/GIFI ha presentato anche delle proposte in vista dell’incontro che si terrà domani con i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico:

  • l’incentivo deve essere considerato come un mezzo per accompagnare da un lato il mercato alla maturità e dall’altro l’industria nazionale alla piena competitività;
  • l’incentivo può essere ridotto in maniera graduale parallelamente alla riduzione dei costi dei sistemi fotovoltaici in modo da dare stabilità al mercato;
  • la struttura del 4° Conto Energia dovrebbe premiare l’autoconsumo e continuare a sostenere la rimozione di eternit ed i premi per l’efficienza energetica.

Sono sicuro che – ha concluso Brumgnach – sulla base di questi principi, la nostra proposta potrà garantire uno sviluppo sostenibile del mercato, una maggiore indipendenza energetica del nostro paese e la creazione di molti altri posti di lavoro qualificati lungo tutta la filiera.”

E secondo le prima indiscrezioni, dunque, la bozza di Decreto prevederebbe, accogliendo i suggerimenti di Confindustria, una riduzione degli incentivi del 2% nel primo quadrimestre del 2011 e, invece, una riduzione dell’8-10% nel secondo. Non ci sarebbero ulteriori diminuzioni, invece, per l’ultimo quadrimestre mentre dall’anno successivo, il 2012, le tariffe incentivanti scenderebbero del 10% e, nel 2013, la diminuzione arriverebbe al 15-20%. Una soluzione, graduale, dunque, che dovrebbe asscurare una buona dose di programmazione, scongiurando il pericolo di riduzioni mensili, temute da tutta la filiera del fotovoltaico.

Tuttavia ci sarebbe lo stesso una nota dolente: l’introduzione di un meccanismo di riduzione degli incentivi che contenga una limitazione, cioè un tetto annuo di 2 GW di potenza totale installabile, della quale due terzi non potrebbero essere impianti non superiori a 200 kW. In questo caso lo Stato non erogherebbe oltre i 6 miliardi di incentivi all’anno mentre l’entrata in vigore dei nuovi incentivi potrebbe essere fissata al 30 Giugno con un periodo, forse, di transizione per gli impianti in fase di allacciamento nel periodo che va fino a Giugno.

Sulla questione degli investimenti in corso, infatti, si erano fatte sentire le associazioni degli imprenditori: in questo periodo, in effetti, sarebbero penalizzati gli investimenti fatti su impianti programmati e dimensionati in base ad una previsione che aveva come fondamento le tariffe incenivanti (maggiori) del Terzo Conto Energia, in via di esaurimento. Ma , in generale, secondo alcune associazioni di settore intervenute nei giorni precedenti, il tetto massimo così basso, in previsione di essere adottato, rischierebbe di essere funzionale solo alle piccole e medie imprese minando, al contrario, il mentenimento di una fliera industriale del fotovoltaico: nei giorni passati le principali associazioni di settore (Aper, Asso energie future, Assosolare e altre sigle) hanno sostenuto che a rischio ci siano attualmente «15mila posti lavoro», più di 150mila famiglie, e «oltre 2mila imprese» mentre il costo del contributo in bolletta per il solare è di «1,70 euro a famiglia in 30 anni», pari a circa 34 miliardi, a fronte della «produzione di valore per 110 miliardi, di un gettito fiscale intorno ai 50 miliardi» e dei vantaggi prodotti, soprattutto in termini di occupazione (220mila nuovi posti di lavoro nei prossimi 9 anni) e di riduzione delle emissioni di CO2 (meno del 5% al 2020) con il raggiungimento dell’obiettivo italiano (8mila megawatt entro il 2020).

Ma non solo, SoS rinnovabili ha promosso un ricorso alla Commissione Europea contro il nuovo decreto legislativo perché il provvedimento lederebbe il principio di legittimo affidamento nella certezza del diritto causando un grave danno alle imprese che hanno deciso di puntare su questo settore. Inoltre gli operatori denunciano “violazioni da parte dello Stato Italiano alla disciplina comunitaria sulla riduzione delle emissioni di gas serra e la promozione delle energie rinnovabili”. Il Decreto Rinnovabili, secondo l’avvocato Eugenio Tranchino, partner di Watson, Farley & Williams, studio legale a cui le aziende si sono rivolte, viola il principio di legittimo affidamento nella certezza del diritto, “introducendo una serie di incertezze sugli iter autorizzativi e sul quadro incentivante, di fatto impedendo la concreta attuazione in Italia della direttiva 2009/28/CE”.

Ma a, quanto pare, anche dalle PMI arrivano proposte di modifica al Decreto Romani: secondo Anter, dovrebbero essere rafforzati gli invcentivi per la diffusione di impianti domestici, condominiali fino a 20kW e degli impianti riservati al comparto delle PMI fino a 50 kW che sono il vero tessuto economico del nostro Paese e che anche attraverso la riduzione dei costi energetici possono migliorare la loro competitività.

Limitare le speculazioni sui grandi impianti è un obiettivo del Governo che condividiamo ma non si deve fermare la rivoluzione verde delle famiglie e l’evoluzione di una coscienza ecologica matura dellapopolazione. Inoltre non ci sarebbero quegli elementi speculativi che per il Governo sono stati l’elemento di rottura sull’equilibrio del settore delle enrgie rinnovabili. Anter, invece, è favorevole alla necessità di sostenere la creazione di una filiera italiana dell’energia rinnovabile, dato che a oggi le stime dicono che il 63% degli incentivi economici vanno a beneficio di aziende straniere. Anter, inoltre, vorrebbe una rimodulazione degli incentivi su base geografica a partire dal prossimo Conto energia, in modo da migliorare le differenze di produzione degli impianti situati più a nord nel Paese.

Andrea Marchetti

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