Ecomafia 2010: tutti i numeri della criminalità ambientale nel dossier di Legambiente

E' stato presentato stamattina a Roma Ecomafia 2010, l'annuale dossier di Legambiente che fotografa e fa il punto della situazione sui crimini a carattere ambientale che flagellano l'intera Penisola.

È stato presentato stamattina a Roma Ecomafia 2010, l’annuale dossier di Legambiente che fotografa e fa il punto della situazione sui crimini a carattere ambientale che flagellano l’intera Penisola.

 

Oltre 400 pagine pubblicate da Edizioni Ambiente e introdotte dal procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso, con la prefazione di Roberto Saviano che mostrano l’altra faccia dell’Italia, quella che si fa di tutto per tenere nascosta, quella peggiore, ma che rischia di rimanere “l’unica faccia possibile”. Perché le ecomafie rappresentano un business fin troppo remunerativo, l’unico immune alla crisi economica capace di genera fatturati in costante ed esponenziale crescita che nel 2009 ha superato i 20,5 miliardii di euro.

Aumentano i reati accertati rispetto allo scorso anno: 28.576 contro i 25.776, praticamente più di 3 illeciti l’ora, 78 al giorno. E aumentano anche gli arresti del 43% (316 contro i 221) come pure le persone denunciate (da 21.336 a 28.472)e i sequestri effettuati (da 9.676 a 10.737).

Alle consuete attività criminali come rifiuti (che hanno subito un’impennata di infrazioni accertate passando da 3.911 a 5.217), cemento (in leggero calo da 7.499 a 7.463), racket degli animali, truffe alimentari o agromafia, in Ecomafia 2010 si affianca la grande truffa del calcestruzzo depotenziato con cui si è costruito mettendo a repentaglio la vita dei cittadini, ospedali, scuole e viadotti.

Ma anche illeciti nel settore dei RAEE, dell’eolico e quelli professati nella filiera ortofrutticola e i tentacoli della mafia sulla costruzione e gestione di centri commerciali con un intero capitolo dedicato ai cosiddetti reati dei colletti bianchi e alle navi dei veleni.

Un libro che tenta di sintetizzare e organizzare tutti i dati e i numeri dell’attività svolta per tutto il 2009 dalle Forze di Polizia gudiziaria impegnate nelle indagini contro gli illeciti ambientali e che si è scelto, non a caso, di presentare alla stampa in una location, il Cinema Aquila del quartiere Pigneto, simbolo di una struttura strappato dalle mani della criminalità e riconsegnata ai cittadini.

“L’azione di contrasto messa in campo dalle Forze dell’ordine – ha dichiarato il vicepresidente dell’associazione Sebastiano Venneri – deve essere sostenuta concretamente dal Governo con la disposizioni di nuovi efficaci strumenti. Introducendo finalmente (entro la fine del 2010) i delitti contro l’ambiente nel Codice Penale e consentendo l’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali nelle indagini, ma anche mettendo mano alle situazioni di pericolo più grave, quali le aree inquinate da bonificare e gli edifici e le opere pubbliche a rischio calcestruzzo depotenziato da monitorare e mettere subito in sicurezza”.

Un libro che basta sfogliare per rendersi conto che, come scrive Roberto Saviano nella sua prefazione, “tutto quello che leggerete vi arriverà direttamente allo stomaco”. “Si dirà che queste pagine danno un’immagine terribile del Paese, in realtà danno le dimensioni esatte dell’emergenza, centimetro per centimetro, indignazione dopo indignazione”.

Uno degli altri aspetti messi in evidenza da Ecomafia 2010 è il mutamento subito nella geografia della criminalità ambientale non più relegata solo al Sud d’Italia ma che si è insediata stabilmente anche nel cuore produttivo del paese e che sta allungando i suoi tentacoli verso l’Africa e il Sud Est asiatico.

È così che il Lazio balza dal quinto al secondo posto (dopo la Campania) nella classifica regionale sull’illegalità ambientale soprattutto per i reati commessi nei confronti del patrimonio faunistico e dell’abusivismo edilizio soprattutto nel sud pontin2o dove si fa sentire l’infiltrazione dei clan.

Segue al terzo posto la Calabria, e al quarto la Puglia, mentre rispetto al 2008 scende di due posizioni la Sicilia mentre la Liguria si conferma come la prima regione del Nord Italia con il maggior numero di illeciti.

Il libro “Ecomafia 2010, le storie e i numeri della criminalità ambientale” sarà disponibile in libreria a partire dal 9 giugno.

Simona Falasca

 

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