IPCC: “siamo a un bivio”, le soluzioni per dimezzare le emissioni entro il 2030 ci sono (ma dobbiamo usarle in tutti i settori)

La 56esima sessione dell'Ipcc ha approvato il terzo volume del Sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici, intitolato Mitigation of Climate Change. Le soluzioni e i mezzi per dimezzare le emissioni entro il 2030 ci sono ma bisogna agire subito e in tutti i settori

Si è fatto attendere ma è stato finalmente pubblicato questo pomeriggio il terzo dei tre volumi del Sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici (AR6, Sixth Assessment Report) del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC).

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Questo importante documento fornisce una valutazione globale aggiornata dei progressi e degli impegni assunti nella lotta ai cambiamenti climatici. Esamina le fonti delle emissioni globali, spiega gli sviluppi negli sforzi di riduzione delle emissioni e inoltre mostra le possibili soluzioni.

La prima cosa che emerge è un’evidenza chiara e già nota a tutte le persone che hanno a cuore l’ambiente: il momento di agire è adesso! È ancora possibile dimezzare le emissioni entro il 2030 ma bisogna agire subito e senza indugi.

Tra il 2010 e il 2019 le emissioni globali medie annuali di gas serra sono state le più alte nella storia umana, ma il tasso di crescita è rallentato. Nel nuovo rapporto, gli scienziati affermano che vi sono prove crescenti che l’azione per il clima è decisiva:

Dal 2010 si sono verificate diminuzioni sostenute fino all’85% dei costi dell’energia solare ed eolica e delle batterie. Una gamma crescente di politiche e leggi ha migliorato l’efficienza energetica, ridotto i tassi di deforestazione e accelerato la diffusione delle energie rinnovabili.

Siamo ad un bivio

È da tempo che lo sappiamo, ma oggi questo nuovo report lo ribadisce con forza, così come il Presidente IPCC Hoesung Lee che ha dichiarato:

Siamo a un bivio. Le decisioni che prendiamo ora possono garantire un futuro vivibile. Abbiamo gli strumenti e il know-how necessari per limitare il riscaldamento. Sono incoraggiato dall’azione per il clima intraprese in molti paesi. Ci sono politiche, regolamenti e strumenti di mercato che si stanno rivelando efficaci. Se questi vengono ampliati e applicati in modo più ampio ed equo, possono supportare profonde riduzioni delle emissioni e stimolare l’innovazione.

Secondo gli scienziati, ci sono opzioni in tutti i settori per riuscire a dimezzare le emissioni entro il 2030. Ma come fare?

Le soluzioni

Transizioni nel settore energetico

Come scrivono gli scienziati:

La limitazione del riscaldamento globale richiederà importanti transizioni nel settore energetico. Ciò comporterà una sostanziale riduzione dell’uso di combustibili fossili, una diffusa elettrificazione, una migliore efficienza energetica e l’uso di combustibili alternativi (come l’idrogeno).

Il copresidente del gruppo di lavoro III dell’IPCC Priyadarshi Shukla in merito ha dichiarato:

Avere le giuste politiche, infrastrutture e tecnologie in atto per consentire cambiamenti ai nostri stili di vita e comportamenti può comportare una riduzione del 40-70% delle emissioni di gas serra entro il 2050. Ciò offre un potenziale significativo non sfruttato. L’evidenza mostra anche che questi cambiamenti nello stile di vita possono migliorare la nostra salute e il nostro benessere.

I cambiamenti nelle città

Le citta e le aree urbane sono un punto importante su cui lavorare, dato che offrono molte opportunità di ridurre le emissioni. Qualche esempio?

  • Limitare il consumo di energia (ad esempio creando città compatte e percorribili a piedi)
  • Elettrificazione dei trasporti in combinazione con fonti di energia a basse emissioni
  • Un migliore assorbimento e stoccaggio del carbonio utilizzando la natura

Si può e si deve lavorare anche sugli edifici. Jim Skea, copresidente del gruppo di lavoro III dell’IPCC ha dichiarato:

Vediamo esempi di edifici a energia zero o zero emissioni di carbonio in quasi tutti i climi. L’azione in questo decennio è fondamentale per catturare il potenziale di mitigazione degli edifici.

Riduzione delle emissioni nell’industria

Un punto fondamentale, considerando che questo settore rappresenta circa un quarto delle emissioni globali. Si possono però ridurre utilizzando materiali in modo più efficiente, riutilizzando, riciclando i prodotti e riducendo al minimo i rifiuti.

Per i materiali di base (compresi acciaio, materiali da costruzione e prodotti chimici), gli esperti dell’IPCC scrivono che:

processi di produzione a basse o zero emissioni di gas serra sono in sperimentazione e vicinissimi ad un fase commerciale.

In merito al settore dell’industria, gli scienziati ritengono che:

Raggiungere lo zero netto sarà impegnativo e richiederà nuovi processi di produzione, elettricità a basse e zero emissioni, idrogeno e, ove necessario, cattura e stoccaggio del carbonio.

Agricoltura e uso del suolo

Gli scienziati ritengono che:

L’agricoltura, la silvicoltura e altri usi del suolo possono fornire riduzioni delle emissioni su larga scala e anche rimuovere e immagazzinare l’anidride carbonica su vasta scala. Tuttavia, la terra non può compensare le riduzioni ritardate delle emissioni in altri settori. Le opzioni di risposta possono avvantaggiare la biodiversità, aiutarci ad adattarci ai cambiamenti climatici e garantire mezzi di sussistenza, cibo, acqua e forniture di legno.

I prossimi anni sono critici ma allo stesso tempo decisivi:

Negli scenari che abbiamo valutato, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C (2,7°F) richiede che le emissioni globali di gas serra raggiungano il picco al più tardi entro il 2025 e si riducano del 43% entro il 2030; allo stesso tempo, anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo. Anche se lo facciamo, è quasi inevitabile che si superi temporaneamente questa soglia di temperatura, ma si possa tornare al di sotto di essa entro la fine del secolo.

Non c’è un’altra soluzione se non quella di lavorare in contemporanea su tutti i settori, come ha affermato Skea:

Ora o mai più, se vogliamo limitare il riscaldamento globale a 1,5°C (2,7°F). Senza riduzioni immediate e profonde delle emissioni in tutti i settori, sarà impossibile.

Il problema dei divari di investimento

Il rapporto esplora anche il lato economico della questione, spiegando che nonostante i flussi finanziari siano inferiori ai livelli necessari entro il 2030 per limitare il riscaldamento al di sotto dei 2°C (3,6°F), vi è capitale globale e liquidità sufficienti per colmare i divari di investimento.

Senza tenere conto dei vantaggi economici della riduzione dei costi di adattamento o dell’evitare gli impatti climatici, il prodotto interno lordo (PIL) globale sarebbe solo di pochi punti percentuali inferiore nel 2050 se intraprendessimo le azioni necessarie per limitare il riscaldamento a 2°C (3,6°C). F) o inferiore, rispetto al mantenimento delle politiche attuali – ha dichiarato Shukla.

Raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Gli esperti scrivono:

Un’azione per il clima accelerata ed equa nella mitigazione e nell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici è fondamentale per lo sviluppo sostenibile. Alcune opzioni di risposta possono assorbire e immagazzinare carbonio e, allo stesso tempo, aiutare le comunità a limitare gli impatti associati ai cambiamenti climatici. Ad esempio, nelle città, le reti di parchi e spazi aperti, le zone umide e l’agricoltura urbana possono ridurre il rischio di inondazioni e ridurre gli effetti delle isole di calore.

Abbiamo gli strumenti per poter raggiungere l’obiettivo

Il cambiamento climatico è il risultato di oltre un secolo di energia e uso del suolo insostenibili, stili di vita e modelli di consumo e produzione. Questo rapporto mostra come agire ora può spostarci verso un mondo più equo e sostenibile – ha affermato Skea.

Il report mostra che ormai abbiamo a disposizione tutti gli strumenti necessari per affrontare la crisi climatica, ma questi vanno impiegati immediatamente ed efficacemente in tutti i settori. Solo così avremo speranza di ridurre davvero le emissioni, così come ci siamo impegnati a fare.

QUI potete leggere il rapporto completo.

Fonte: IPCC

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