Disastro ambientale a Singapore: 400 tonnellate di petrolio in mare, è corsa contro il tempo per salvare l’ecosistema

A Singapore 400 tonnellate di petrolio si sono riversate in mare a causa di una collisione tra una draga olandese e una nave cisterna locale. Le autorità e i volontari stanno lavorando incessantemente per contenere i danni e salvare l'ecosistema marino

Ancora una volta tonnellate di petrolio sono finite in mare e rischiano di rovinare un intero ecosistema. Le autorità di Singapore stanno lavorando senza sosta per affrontare la grave fuoriuscita di petrolio che ha contaminato la costa meridionale della città-stato.

La presenza di petrolio in mare e sulle spiagge è conseguenza di un incidente, avvenuto venerdì scorso,  che ha visto una draga battente bandiera olandese scontrarsi con una nave cisterna di Singapore, provocando il rilascio di circa 400 tonnellate di petrolio in mare.

Il disastro si è verificato quando la draga (galleggiante mobile), a causa di un guasto al motore, è andata alla deriva e ha colpito la nave cisterna Marine Honour, forando uno dei suoi serbatoi di petrolio. La fuoriuscita ha rapidamente raggiunto le coste, con grandi quantità di petrolio che si sono depositate sulle spiagge, tra cui quelle della famosa isola turistica di Sentosa.

I bagnanti e i visitatori hanno raccontato che l’acqua lungo le spiagge è in poco tempo diventata scura e oleosa, con un odore persistente (che si avverte ancora oggi a 3 giorni dall’incidente). In risposta, le autorità hanno chiuso diverse spiagge e vietato il nuoto e altre attività marine.

Nonostante le prime analisi non abbiano rilevato danni significativi alla biodiversità marina, gli esperti avvertono che potrebbero volerci settimane o mesi per comprendere appieno l’impatto ambientale di quanto accaduto. Alcune creature marine, come le lumache di mare, sono state trovate ricoperte di petrolio, e il petrolio è stato avvistato anche sulle radici delle mangrovie nella zona.

Circa 1.500 volontari si sono uniti agli sforzi di pulizia delle spiagge insieme a un numero ancora più elevato di lavoratori. Le autorità hanno implementato 1,5 km di barriere assorbenti per contenere il petrolio vicino alle spiagge e lungo i corsi d’acqua di parchi pubblici come l’East Coast Park, il West Coast Park e la Labrador Nature Reserve. Per facilitare la biodegradazione del petrolio, sono state spruzzate sostanze chimiche disperdenti.

Nonostante i grandi sforzi, le operazioni di pulizia sono ancora in corso e potrebbero richiedere molto tempo prima di riportare le spiagge alla loro condizione originale.

Le autorità di Singapore stanno monitorando attentamente la situazione, con particolare attenzione alle acque circostanti il Sisters Islands Marine Park, un’area chiusa al pubblico per proteggere la barriera corallina e la vita marina che ora rischia grosso.

 

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Fonte: BBC

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