Tre compagnie petrolifere rinunciano alle perforazioni in Alaska e annullano i loro contratti

Tre compagnie petrolifere hanno annullato negli ultimi giorni i loro contratti per le perforazioni nell’Arctic National Wildlife Refuge in Alaska. Ora nel territorio restano ancora due sole aziende

Le compagnie petrolifere stanno abbandonando i loro progetti in Alaska e già tre di loro hanno annullato i contratti di locazione nell’Arctic National Wildlife Refuge dell’Alaska.

Le perforazioni nell’Artico sono state un tema molto dibattuto e controverso, poiché l’area natuale ospita circa 45 specie di mammiferi, tra cui orsi polari, balene, uccelli acquatici migratori, caribù e animali considerati sacri dagli indigeni Gwich’in.

Secondo numerosi gruppi ambientalisti la perforazione nel rifugio sarebbe stata pericolosa sia per l’ecosistema locale che per la lotta globale contro la crisi climatica e gli indigeni lottano da sempre per proteggere le loro terre, che chiamano “Iizhik Gwats’an Gwandaii Goodlit”, il luogo sacro dove inizia la vita.

Nonostante questo, nel 2017 il Congresso degli Stati Uniti autorizzò le attività petrolifere nell’area. Tre anni dopo, il Governo americano guidato da Trump diede il via libera alle trivellazioni anche in aree inesplorate dell’Arctic National Wildlife Refuge.

La recente ritirata da parte delle tre società – Hilcorp, Chevron e Regenerate Alaska – arriva un anno dopo l’interruzione dei progetti di esplorazione e la sospensione dei nuovi contratti di locazione volute dall’amministrazione Biden, una decisione che ha fatto crescere dubbi sul futuro delle esplorazioni.

Le compagnie internazionali riconoscono ciò che abbiamo sempre saputo: la perforazione nel Rifugio Artico non vale il rischio economico e la responsabilità che deriva dallo sviluppo di terre sacre senza il consenso dei popoli indigeni- ha dichiarato il Comitato direttivo Gwich’in.

Nel rifugio restano ancora due società, ma gli esperti sostengono sia improbabile riescano a sviluppare i loro progetti. In ogni caso, gli attivisti indigeni continueranno a fare pressioni perché anche queste aziende abbandonino il territorio.

Siamo spiritualmente e culturalmente legati alla terra, all’acqua e agli animali. Il popolo Gwich’in e i nostri alleati non smetteranno mai di combattere per proteggere Iizhik Gwats’an Gwandaii Goodlit – si legge nel comunicato del direttivo Gwich’in.

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Fonti di riferimento: ADN

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