I livelli di anidride carbonica toccano il punto più alto dell’intera storia umana

Non era mai successa una cosa simile: è la prima volta, infatti, che il Pianeta registra una così alta concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera: più di 415 parti per milione.

Non era mai successa una cosa simile: è la prima volta, infatti, che il Pianeta registra una così alta concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera: più di 415 parti per milione.

Secondo l’osservatorio Mauna Loa si trova in Hawaii , la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera raggiunta il 3 maggio, ovvero più di 415 parti per milione (ppm), è più di qualsiasi altra volta negli ultimi 800mila anni.

Che la concentrazione di Co2 continui a crescere non è di certo una novità, ma questi valori record sono preoccupanti. Era già successo nel 2013, quando per colpa delle attività umane, per l’uso smodato di combustibili fossili, era stata superata la soglia delle 400 parti per milione. Adesso ci risiamo. 

Come sappiamo, anidride carbonica e temperatura media globale sono strettamente connesse tra loro. Se aumentano le emissioni e le concentrazioni in atmosfera di anidride carbonica aumenta anche la temperatura media globale. La C02 poi è legata all’effetto serra e di conseguenza ai cambiamenti climatici.

Parliamo di surriscaldamento, di scioglimento dei ghiacciai, la scomparsa dell’8% dei vertebrati della Terra e il 99% dei coralli marini. Ci sono un milione di specie in pericolo di estinzione a causa degli umani, come denuncia l’osservatorio del Mauna Loa che misura le concentrazioni nell’osservatorio che si trova a 4169 metri sul livello del mare.

“Questa è la prima volta nella storia umana che l’atmosfera del nostro pianeta ha avuto più di 415 ppm di CO2. Non conosciamo un pianeta come questo”, dice il meteorologo Eric Holthaus.

Bill McKibben, attivista per l’ambiente ha scritto:

“Dobbiamo pensare a Madre Natura oggi. A partire da questa mattina, la concentrazione di CO2 ha raggiunto 415 ppm per la prima volta in molti, molti milioni di anni”.

Da anni che le organizzazioni ambientali denunciano il problema. Ma purtroppo, le fabbriche continuano a inquinare, così come tutte le altre attività dell’uomo e c’è già chi ha fissato una data: se entro il 2030 le cose non cambieranno, non ci sarà più un’alternativa alla catastrofe.

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Dominella Trunfio

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