Non è semplice “maltempo” in Liguria, Veneto e Toscana (e i TG dovrebbero parlarne di più e meglio)

Possibile che fino all’ultimo secondo che ci è concesso su questa Terra la logica dominante sarà quella del rimpallo politico di responsabilità e di una narrazione dei fatti non più verosimile? I TG continuano a parlare genericamente (e minimizzando) di "maltempo". Dedicano l'apertura ad altre questioni che, alla luce degli ultimi eventi avversi che hanno colpito l'Italia, non ci sembrano francamente prioritarie in questo momento

Houston, abbiamo un problema. Qui c’è qualcuno che non dà l’esatto nome alle cose, facendo passare per normale roba che invece è da Apocalisse. E oggi, che gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno vedere (anche) in tutta Italia, quegli eventi lì li chiamano “maltempo”.

O “bomba d’acqua” o “ondate di calore”.

D’altro canto come dargli torto: con la parola maltempo si passa il servizio in TV e poi tutto finisce. Vuoi mettere la gioia di non aggropparti un gigantesco problema? Con la parola maltempo eviti di chiarire le cause, che la scienza sciorina ormai da tempo, e di mettere nero su bianco le responsabilità di chi non ha fatto nulla per almeno un secolo.

Responsabilità che non sono più solo ed esclusivamente del singolo. Siamo stanchi della solita frase per cui “se cambi il tuo stile di vita cambierai il mondo”. È vero, sacrosanto, solenne: il cambiamento parte da noi e lo abbiamo sempre detto e sottoscritto, ma ora la sensazione è che non basta più!

C’è bisogno che qualcuno eclissi una volta per tutte la parola maltempo e cominci dire a tutti quelli che accendono la tv o scorrono uno smartphone (che rimangono i sistemi di comunicazione più potenti) che tutto ciò – i nubifragi a Venezia, a Sestri, a Forte dei Marmi – è puro effetto della NON responsabilità della classe politica, che fa si barcamena tra annunci e programmi mai abbastanza ambiziosi, e del sistema imprenditoriale, che stipula accordi assurdi, che si vende al miglior offerente, che brucia carbone, petrolio e gas. E le nostre vite.

Come i bambini che hanno rubato la cioccolata, così la politica e i media hanno bisogno di ammetterlo: abbiamo rubato del tempo e ora gli effetti del cambiamento climatico ci sono esplosi in faccia e tra le mani. Sulle nostre teste, nelle nostre strade. Ovunque.

La politica, intanto, preferisce chiamare tutto questo maltempo, grazie anche alla gran parte dei mezzi di informazione. Noi, invece, continueremo a supportare la scienza che evidenzia come i fenomeni meteorologici estremi saranno sempre più intensi e frequenti proprio a causa dei cambiamenti climatici. E le soluzioni ci sono e sono chiare: abbandonare i combustibili fossili e accelerare la transizione energetica verso un mondo 100% rinnovabile, ridurre il consumo di carne e fermare la deforestazione.

Forza, abbandoniamo l’inerzia del pensiero e cominciamo a capire che non si può più fare finta di nulla. Boicottiamo i talk show demenziali e le idiozie sui social e cominciamo a pretendere dalla nostra classe politica (abbiamo meno di un mese!) un programma serio che metta al primo punto non gli “sbarchi”, non la “flat tax”, ma l’ambiente e ciò che serve per proteggerlo.

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