Fra temperature record e siccità, il 2022 è l’anno più caldo di sempre (finora): l’allarme del CNR

Temperature più alte di quelle alle quali stiamo assistendo si erano registrate solo nel 2003: lo dichiara il Consiglio Nazionale di Ricerca, che dal 1800 si occupa di monitorare l'andamento delle temperature nel nostro Paese

Ormai ce ne siamo accorti tutti: le temperature altissime che da settimane ci stanno fiaccando hanno ben poco di normale. E ora arriva anche la conferma ufficiale dal Consiglio Nazionale di Ricerca (CNR): ad oggi il 2022 è da considerarsi l’anno più caldo di sempre.

Se i primi sei mesi dell’anno sono hanno battuto tutti i record precedenti, segnando un +0,98°C al di sopra della media italiana dal 1800 ad oggi (da quando, cioè, sono iniziate le misurazioni delle temperature), nel mese di luglio si sono registrati ben +2,26°C rispetto alla media. Solo nel 2003 si erano registrate temperature maggiori per il mese di luglio.

Ma attenzione, avvertono gli esperti: questi dati si riferiscono all’andamento climatico osservato nel corso del 2022 da gennaio a oggi e non alle previsioni per i prossimi mesi. Se l’anno finisse adesso, lo si potrebbe considerare come anno più caldo di sempre nel nostro Paese. Al contrario, se nei prossimi mesi le medie mensili facessero registrare un calo delle temperature, esso influenzerebbe anche la media annuale.

Attualmente, a detenere il record di anno più caldo dal 1800 ad oggi è il 2018, quando si registrò un’anomalia di +1,58°C sopra la media delle temperature, con i mesi di gennaio (+2,37°C) e aprile (+3,5°C) più caldi di sempre.

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Ma non sono solo le temperature record a preoccupare gli esperti: anche le condizioni di grave siccità che perdurano da mesi a causa della quasi totale assenza di piogge minacciano le nostre fonti d’acqua potabile e mettono in crisi diversi settori dell’economia, dall’agricoltura all’allevamento.

Si pensi che, ad oggi, un terzo delle aziende agricole italiane si trova costretto a produrre in perdita a causa della siccità; un agricoltore su dieci sarebbe in una situazione economica così critica da vedersi costretto a chiudere la propria attività.

Secondo una stima della Coldiretti, se l’attuale situazione climatica dovesse perdurare ancora a lungo, i danni da siccità potrebbero arrivare a 6 miliardi di euro, “bruciando” il 10% del valore della produzione agricola nazionale.

Il clima italiano sta diventando sempre più caldo e umido, ma poco piovoso – in poche parole, tropicale. Ma, lo sappiamo, un clima tropicale è caratterizzato anche da temporali tanto brevi quanto violenti e da repentini passaggi dal bello al cattivo tempo con sbalzi termici significativi. Nel prossimo futuro, ipotizzano gli esperti, potremmo doverci abituare anche a questo: sono gli effetti della crisi climatica in atto.

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Fonti: ANSA / Coldiretti

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