In Italia fa sempre più caldo: la lista delle città con aumenti fino a +1,2°C rispetto a 20 anni fa

Il report dell'ISTAT lancia l'allarme: temperature medie in aumento (soprattutto nelle grandi città), sempre più notti tropicali e sempre meno precipitazioni

L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha pubblicato ieri un report relativo ai cambiamenti climatici avvertiti nel nostro Paese dal 2000 al 2020 e lancia un preoccupante allarme: in vent’anni la temperatura media annua nelle nostre grandi città si attesta su un’anomalia climatica di +1,2°C rispetto al trentennio precedente (1971-2000).

Preoccupante anche il dato relativo ai giorni e alle notti di estremo caldo, registrati con frequenza sempre maggiore: nel ventennio 2000-2020, infatti, si registrano in media 15 giorni di caldo estremo in più e 18 notti “tropicali” rispetto al periodo di analisi precedente. Allo stesso tempo, si assiste ad un brusco calo delle precipitazioni (-132 millimetri di pioggia in media negli ultimi anni rispetto al periodo 2006-2015).

(Leggi anche: Il Po è in secca come fosse agosto: l’allarme sulla siccità nel nord Italia)

Unico dato incoraggiante in questo quadro drammatico riguarda gli interventi di forestazione urbana, che sono in netto aumento nelle grandi città: tali interventi mirano da una parte a mitigare gli effetti dell’aumento delle temperature (che risente negativamente della presenza di cemento e asfalto, che contribuiscono a far aumentare la temperatura in città) e dall’altra a migliorare la qualità dell’aria urbana.

@ISTAT

Città sempre più calde

Stando ai dati ISTAT, nel 2020 la temperatura media è stata di 16,3°C, con un aumento di 0,3°C rispetto al decennio 2006-2015 e di 1,2°C rispetto al trentennio 1971-2000. Tale aumenti si è mostrato in maniera più sensibile nelle grandi città – complice anche la presenza di automobili, di attività antropiche, di distese di cemento e asfalto. Ecco l’aumento medio delle temperature registrato nel 2020 (dati ISTAT):

In Italia fa sempre più caldo

Dati Istat Report I cambiamenti climatici

Il 2020 è stato anche l’anno meno piovoso di quelli finora analizzati dall’ISTAT, con una diminuzione media delle precipitazioni pari a -132 millimetri; come nel caso delle temperature, anche questo valore risulta maggiorato nelle grandi citta, con punte a Napoli (-423,5 mm), Catanzaro (-416) e Catania (-359,7).

@ISTAT

Fra gli indici tenuti in considerazione dall’ISTAT come spie del cambiamento climatico in atto vi sono poi i giorni estivi (ovvero quelli in cui la temperatura massima è stata maggiore di 25°C) e le notti tropicali (nelle quali la temperatura non scende sotto i 20°C). Ebbene, questi due indicatori dimostrano un’anomalia media rispettivamente di +15 giorni e +18 notti, con eccessi registrati in alcune città: Napoli (53 notti tropicali), Milano (34) e Palermo (27).

Cresce, purtroppo, anche il dato relativo ai giorni senza pioggia, che nel 2020 sono stati in media 293 (+11 giorni rispetto al decennio 2006-2015). Anche in questo caso, alcune città sono state caratterizzate da un maggior numero di giorni privi di precipitazioni: Napoli (35 giorni), Trento (33) e L’Aquila (20).

Il peso dell’urbanizzazione

Il fenomeno dell’urbanizzazione è causa di forti pressioni sull’ambiente naturali: le nostre città, infatti, contribuiscono in larga misura al consumo di suolo, si risorse naturali e di energia, ma anche alle emissioni di gas serra e altre sostanze inquinanti.

Ma non solo: la presenza di vegetazione scarsa o nulla, sostituita da materiali che si surriscaldano a contatto con i raggi del Sole (superfici radiative come metalli, cemento, asfalto), provoca un aumento delle temperature ancor più corposo in città – fino a +3°C rispetto ad aree non urbanizzate. È il cosiddetto fenomeno dell’isola di calore urbano.

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Fonte: ISTAT

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