La prima università pubblica che insegna ai professori ribelli a rompere con la scuola tradizionale

A Madrid è stata aperta l'Hiperaula all'interno dell'Università la Complutense per insegnare un nuovo metodo educativo, senza gerarchie, senza cattedre, senza lavagne

Che la scuola tradizionale sia in crisi è cosa risaputa e sebbene i motivi siano tanti, difficili da circoscrivere, probabilmente i metodi educativi utilizzati, non sempre al passo coi tempi, incidono su questa situazione.

Ma c’è chi, anziché lamentarsi, agisce per cambiare le cose. Lo ha fatto il professore che da Harvard è andato a insegnare in un villaggio sperduto della Spagna, adottando uno stile educativo decisamente alternativo, e lo sta facendo un’università pubblica di Madrid, la Complutense, che insegna ai professori a ribellarsi alle regole della scuola tradizionale.

L’aula dedicata all'”insegnamento ribelle” si chiama Hiperaula ed è uno spazio dove docenti e alunni sono allo stesso livello, senza cattedre, senza gerarchie, senza lavagne per i professori, che qui insegneranno insieme mettendo in pratica la cosiddetta codocenza.

Uno spazio tutto dedicato all’innovazione educativa e all’apprendimento digitale, dove la tecnologia d’avanguardia è di casa. L’idea è quella di insegnare ai professori a rivolgersi in modo nuovo agli studenti, presentando proposte di apprendimento attive, partecipative, cooperative. A utilizzare per primi lo spazio gli insegnanti e gli studenti del Master UCM in Formazione degli insegnanti dell’istruzione secondaria.

In Spagna, come in altri paesi europei, il tasso di abbandono scolastico è elevato e anche per questo è importante adottare metodi alternativi, in grado di motivare gli studenti anziché scoraggiarli a continuare gli studi. Ma ovviamente questo è possibile se gli insegnanti per primi sono disposti a cambiare prospettiva, mettendo in discussione i vecchi metodi, che forse non sono più abbastanza efficaci.

Nel caso specifico dell’Università la Complutense, è stata anche l’indignazione verso una facoltà evidentemente obsoleta a incoraggiare il cambiamento, con computer incatenati ai tavoli, a loro volta avvitati al pavimento, finalmente sostituiti con sedie ergonomiche, schermi giganti, tavoli removibili, e strutture che cambiano in ogni classe a seconda delle esigenze. Perché non c’è un modo giusto di sedersi, non è indispensabile restare fermi ore e ore senza fiatare, come impone la scuola tradizionale, l’educazione ha bisogno di altro.

D’altronde la stessa Montessori lo diceva, l’insegnante è una guida e come tale deve comportarsi. L’alunno non è un sottoposto, ha semplicemente bisogno di qualcuno che lo indirizzi, senza imposizioni.

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Laura De Rosa

Photo Credit e Fonte: ucm

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