Allarme Onu: la crisi climatica è una minaccia per la sicurezza e la stabilità mondiali

La crisi climatica porterà a carestie e flussi migratori che mineranno la stabilità e la sicurezza di tutti i Paesi

La sicurezza e la stabilità mondiali potrebbero crollare a causa della scarsità di cibo dovuta alla crisi climatica. Le carestie porterebbero infatti a flussi migratori che, a loro volta, rischierebbero di aumentare caos e conflitti.

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A lanciare l’allarme è Patricia Espinosa, segretaria esecutiva della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a pochi giorni dall’inizio dei colloqui previsti per la Cop26 a Glasgow.

Stiamo davvero parlando di preservare la stabilità dei paesi, preservare le istituzioni che abbiamo costruito in tanti anni, preservare i migliori obiettivi che i nostri paesi si sono posti insieme. Lo scenario catastrofico indicherebbe che avremo massicci flussi di sfollati. Significherebbe meno cibo, quindi probabilmente una crisi della sicurezza alimentare. Lascerebbe molte più persone vulnerabili in situazioni terribili, gruppi terroristici e gruppi violenti. Significherebbe instabilità – ha dichiarato Espinosa.

Gli eventi a cascata generati dalla crisi climatica riguarderebbero tutto il sistema che abbiamo costruito e le misure che saranno decise durante la Cop26 potrebbero non essere sufficienti a scongiurare il pericolo.

I leader dei Paesi del G20 si riuniranno a Roma il prossimo fine settimana per due giorni di colloqui preliminari, per poi spostarsi a Glasgow 1° novembre: in due settimane si confronteranno per cercare soluzioni efficaci a raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima del 2015.

Fino a oggi, infatti, gli impegni assunti dai Paesi per ridurre le emissioni sono inferiori a quanto sarebbe necessario per frenare il riscaldamento globale. Inoltre, all’appuntamento quasi certamente non parteciperanno leader mondiali di Paesi chiave, come Cina e Russia.

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Al termine della Cop26, alle Nazioni potrebbe essere chiesto di rivedere immediatamente i loro piani e fare molto di più di quanto fatto finora e non è scontato che tutti i Paesi siano d’accordo o abbiano modo di adottare misure diverse.

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Fonte di riferimento: The Guardian/ANSA

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