Effetto cocktail: pesticidi miscelati tra loro dannosi per la salute, anche quando dichiarati a ‘livelli sicuri’. Il nuovo studio

Le miscele di residui di pesticidi possono avere effetti negativi sulla salute anche quando vengono dichiarati a livelli sicuri

Le miscele di residui di pesticidi che si trovano comunemente negli alimenti commercializzati nell’Unione europea possono avere effetti negativi sulla salute, anche quando ogni singolo pesticida è presente a un livello considerato sicuro dalle autorità di regolamentazione. A stabilirlo è un nuovo studio pubblicato su bioRxiv e anticipato da GmWatch. Vediamo nel dettaglio cosa dice.

Lo studio portato avanti da un team internazionale (Regno Unito, in Italia, Francia e Paesi Bassi) fa luce su diversi aspetti. Intanto scopre che l’uso di tecniche di analisi molecolare note come “omiche” può rivelare effetti avversi sulla salute ed è il primo a confrontare direttamente la profilazione approfondita dei componenti molecolari con le misure tossicologiche standard su cui si basano le autorità di regolamentazione per valutare l’impatto sulla salute che hanno i pesticidi.

I ricercatori hanno analizzato una miscela composta da sei principi attivi antiparassitari, che sono tra i più rilevati negli alimenti nell’UE, ovvero azoxystrobin, boscalid, clorpyrifos, glifosato, imidacloprid e tiabendazolo. Un cocktail di pesticidi, ma i livelli di ogni componente erano quelli consentiti dalle autorità di regolamentazione e dichiarati quindi sicuri.

Cosa è emerso? Che le misure tossicologiche standard – analisi del consumo di acqua e mangime, peso corporeo, istologia (esame microscopico dei tessuti) e biochimica del sangue – avevano pochi o nessun danno, ma al contrario le analisi omiche hanno mostrato cambiamenti biochimici nell’intestino e nel sangue, ma soprattutto nella funzione genica nel fegato che potrebbero indicare l’insorgenza di danni.

Senza scendere troppo nei dettagli tecnici, possiamo sintetizzare che è stata osservata una diminuzione del piridossale nel sangue (una forma di vitamina B6). Ciò potrebbe indicare che l’esposizione alla miscela di pesticidi potrebbe a lungo termine provocare una carenza di vitamina B6, che è stata collegata al disturbo dello spettro autistico. Ma non solo. C’è poi un legame tra il disturbo biochimico intestinale e lo stato di salute generale perché l’analisi della metilazione del DNA (un processo che può modificare l’attività del DNA senza modificare la sequenza genica) del fegato ha mostrato un adattamento metabolico che potrebbe superare la capacità delle cellule di ripristinare l’equilibrio, portando infine a malattie come danni al fegato o cancro.

“La nostra ipotesi di partenza, che l’analisi omica può essere utilizzata per identificare i predittori di cattiva salute dopo un periodo relativamente breve di esposizione ai pesticidi, è stata confermata. Ciò suggerisce che è nell’interesse pubblico che le autorità di regolamentazione adottino una profilazione omica approfondita come parte della politica di valutazione del rischio dei pesticidi, poiché le misure su cui si basano attualmente sono evidentemente prive di sensibilità”, spiega il ricercatore capo Michael Antoniou del King’s College di Londra.

Il nuovo studio non è stato ancora sottoposto a peer review, ma sfida gli attuali limiti regolamentari “sicuri” fissati per i pesticidi. Gli effetti riscontrati in questo studio sono stati osservati per un periodo di 90 giorni e potrebbero rappresentare una svolta sul piano della sicurezza alimentare.

Fonti: GM Watch/bioRxiv

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