I meravigliosi ulivi di Assisi e Spoleto sono il primo sito italiano patrimonio Fao

La fascia olivata tra Assisi e Spoleto è il primo sito italiano a entrare nella lista Fao dei Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS).

Ulivi di Assisi e Spoleto patrimonio agricolo mondiale. Lo annuncia la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura che eleva la fascia olivata umbra a primo sito italiano entrato nella lista dei Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS).

Il programma della FAO ha l’obiettivo di mettere in rilievo sistemi agricoli unici che le comunità rurali nel mondo hanno forgiato nel corso di generazioni, al fine di promuovere la sicurezza alimentare, i mezzi di sussistenza sostenibili, gli ecosistemi resilienti e una ricca biodiversità, in contesti di incredibile bellezza.

Ad oggi sono 51 i siti nel mondo che hanno ricevuto questo riconoscimento e per il nostro Paese sono in fase di valutazione anche i vigneti di Soave, nel Veneto.

Complessivamente, l’Umbria con i suoi 27mila ettari di oliveto, che corrispondono a più di 7milioni di ulivi ottiene il suo olio in 250 frantoi. La fascia olivata tra Assisi e Spoleto è una delle aree italiane più importanti proprio per la produzione di olio di oliva e ha un territorio formato da una serie di terrazzamenti in pietra costruiti nei secoli sui costoni delle montagne e mantenuti fino al giorno d’oggi secondo la tradizione.

La coltivazione degli olivi, qui, infatti, risale ai tempi degli etruschi e man mano, nella storia, i terrazzamenti si sono evoluti, consentendo oggi un ottimo drenaggio delle falde acquifere e la produzione di un olio di alta qualità.

Siamo estremamente lieti di accogliere gli ulivi di Assisi e di Spoleto nel programma GIAHS. Una decisione che riconosce l’importanza culturale, economica e ambientale di questa antica zona di produzione dell’olio”, afferma Yoshihide Endo, Coordinatore del progetto GIAHS della FAO.

Una buona opportunità per i territori italiani, insomma, e una marcia in più per la ripresa del nostro settore agricolo.

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Germana Carillo

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