OGM: l’Italia vieta la coltivazione. Tutte le reazioni

Stop agli OGM in Italia. Il Governo ha finalmente firmato il decreto che vieta la coltivazione del mais Monsanto MON810 nel nostro Paese. Il decreto interministeriale vieta in modo esclusivo la coltivazione del mai geneticamente modificato su tutto il territorio italiano. Il provvedimento giunge a seguito della semina di 7000 metri quadri di mais OGM avvenuta in Friuli nelle scorse settimane.

Stop agli Ogm in Italia. Il Governo ha finalmente firmato il decreto che vieta la coltivazione del mais Monsanto MON810 nel nostro Paese. Il decreto interministeriale vieta in modo esclusivo la coltivazione del mai geneticamente modificato su tutto il territorio italiano. Il provvedimento giunge a seguito della semina di 7000 metri quadri di mais OGM avvenuta in Friuli nelle scorse settimane.

Il decreto interministeriale, firmato dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Nunzia De Girolamo, dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e dal Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare, Andrea Orlando, rappresenta un passo importante per la tutela della biodiversità in agricoltura. Sarà in vigore fino all’adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 179/2002 e, in ogni caso, per un periodo massimo di 18 mesi.

8 italiani su 10 sostengono la decisione del Governo. La maggioranza degli italiani prosegue dunque ad esprimersi contro gli Ogm, secondo quanto comunicato dalla Coldiretti. Il 76% degli italiani si è detto contrario all’utilizzo di Ogm in agricoltura, con un aumento del 14% rispetto allo scorso anno.

Sergio Marini, Presidente di Coldiretti, ha commentato in modo positivo la firma del decreto, che ha definito come “l’ unico strumento di cui disponiamo per risolvere definitivamente e rapidamente la questione. Si tratta di un grandioso successo che premia l’impegno degli agricoltori della Coldiretti per affermare un modello di sviluppo sostenibile che ha garantito all’Italia primati nella sicurezza alimentare e nella tutela ambientale che tutto il mondo ci invidia”.

Gli organismi geneticamente modificati in agricoltura – come ci ricorda la Coldiretti – non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.

Il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, tra i firmatari del decreto, lo ha definito un provvedimento importante, perché offre una prima copertura giuridica a difesa della nostra agrobiodiversità. Il Ministro si rivolge alle Regioni, che devono innanzitutto dare il loro immediato contributo per la costruzione di un quadro di misure idonee a garantire la salvaguardia delle nostre coltivazioni tradizionali e biologiche.

“A livello comunitario, parallelamente, c’è bisogno che il nostro Paese si renda protagonista in Europa di una seria discussione sul tema dell’autonomia dei singoli Stati sull’ammissibilità degli Ogm. Tutelare le nostre specificità non è una battaglia di retroguardia, tutt’altro. La biodiversità è la grande infrastruttura economica del nostro Paese ed è anche lavorando su questo terreno che l’Italia potrà uscire dalla difficile situazione in cui si trova” – ha concluso il Ministro Orlando.

La notizia è stata accolta con soddisfazione da Slow Food: “Si tratta di un atto estremamente importante che va nella direzione di ciò che chiede la larga maggioranza dei cittadini italiani e che noi consideriamo necessario per tutelare l’agroalimentare del nostro Paese”, commenta Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. “A lungo la nostra associazione ha portato avanti questa tesi davanti alle istituzioni preposte e facendo informazione tra i propri soci, i produttori, i consumatori. La firma dei tre Ministri oggi colma un vuoto legislativo, venutosi a creare negli ultimi mesi, che ci stava facendo precipitare nel caos”.

Aiab ha commentato con sollievo il provvedimento giunto dal Governo, dopo una lunga attesa. Non sarebbero stati ammissibili ulteriori ritardi. “Finalmente ci si risveglia dal lungo letargo con la firma auspicata sul decreto” – ha dichiarato Cristina Micheloni, vicepresidente AIAB. “Questo strumento, a lungo richiesto per fare chiarezza e porre fine al lungo e incompiuto iter, chiamato a sbarrare la strada alla coltivazione di OGM in Italia, ha visto nel corso del tempo i voti unanimi di tutte le istituzioni parlamentari e territoriali, oltre che il consenso stramaggioritario delle organizzazioni sociali, che necessitava solo di essere suggellato dalla firma dei Ministri competenti”.

La firma del decreto è solo il primo urgente elemento di una serie di ulteriori iniziative volte a definire un rigoroso quadro legislativo in materia di OGM. Aiab si augura ora una sollecita attenzione al tema e la definizione di severe norme di salvaguardia a tutela di biodiversità ed economia di quell’agricoltura di qualità che vede il biologico in prima fila.

Marta Albè

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