Contro la Xylella al via una maxi operazione di innesto che salverà i primi 100 ulivi monumentali in Puglia

La Xylella, pericoloso batterio che attacca gli ulivi, non accenna ad arrestare la sua avanzata, ma ora è partito un progetto che si propone di salvare gli ulivi monumentali della zona infetta di Brindisi, grazie ad una maxi operazione di innesto

Purtroppo quella della Xylella è una storia senza lieto fine, almeno per il momento. Sono ormai anni che questo batterio attacca e uccide gli ulivi e nonostante diverse azioni siano state già fatte per contrastare la sua avanzata, questa continua, come testimoniano anche i dati del Piano di Monitoraggio della Regione Puglia.

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Oggi però arriva una buona notizia, in occasione del decennale (ma non c’è proprio nulla da festeggiare) dell’arrivo del batterio killer in Italia.

Coldiretti fa sapere che è iniziato il primo maxi intervento per salvare gli ulivi secolari di Brindisi. La Piana degli Ulivi Monumentali, purtroppo, ha già perso un terzo delle sue preziose piante ma ora è iniziata un’operazione che intende migliorare drasticamente la situazione.

Come? È iniziato oggi l’innesto delle prime 100 piante nell’area infetta a Carovigno, un progetto promosso da Ikea Italia, Unaprol, Coldiretti, AzzeroCO2 nell’ambito della Campagna nazionale Mosaico Verde e a cui hanno partecipato Cnr e Legambiente Puglia.

Si tratta di un’operazione chiave per salvare gli ulivi plurisecolari, importanti non solo in quanto sono un pezzo della storia di quel territorio e per la produzione di olio, ma anche – più semplicemente – perché parliamo di alberi, fondamentali per l’ambiente e per affrontare meglio i cambiamenti climatici.

Come spiega Coldiretti in un comunicato:

Si stima che alcuni potrebbero addirittura avere un’età fino a 3.000 anni, con circonferenze che superano i 10 metri. Una ricchezza dal punto di vista storico e turistico sino ad oggi mantenuta in vita soprattutto grazie all’impegno di generazioni di agricoltori, anche a prezzo di sacrifici considerevoli.

C’è da considerare infatti che la gestione di un ulivo monumentale è molto più complicata e ha rese produttive notevolmente minori rispetto alle altre piante.

Ma in cosa consiste esattamente la pratica dell’innesto e perché su questa viene riposta tanta speranza?

Come ha spiegato Nicola Di Noia, direttore di Unaprol, Consorzio Olivicolo Italiano:

Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada è la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti per salvaguardare almeno gli ulivi millenari. Si tratta di una speranza confortata da alcune evidenze empiriche rilevate dopo anni di sperimentazione che hanno consentito di individuare cultivar capaci di reggere gli attacchi della malattia. La pratica di innesto e sovrainnesto, con varietà resistenti e tolleranti, a seguito di una potatura che elimini tutta la massa vegetale esposta all’inoculo, si è dimostrata una pratica veloce ed economica che consiste nell’unire due organismi vegetali viventi per mezzo di una saldatura biologica, di cui la nuova parte aerea fruttifera ne modifica così la varietà.

Speriamo che questa strada porti i suoi frutti e riesca a dare nuovo respiro agli ulivi secolari pugliesi e agli agricoltori locali.

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