Così l’emergenza climatica sta mutando la produzione di caffè in Colombia

L'emergenza climatica sta interessando diversi settori dell'agricoltura e iniziando a dare problemi anche alla produzione di caffè. Un nuovo studio mostra come la Colombia, terzo produttore al mondo di caffè sia alle prese con diversi problemi per mantenere la produzione.

Se inizi la giornata con una tazza di caffè, ci sono buone possibilità che la tua colazione arrivi dalla Colombia, terzo paese al mondo produttore dei preziosi chicchi. Purtroppo però la bevanda più famosa e amata al mondo, simbolo culturale e di socialità, è a rischio, minacciata dalla crisi climatica. Il cambiamento climatico sta infatti ponendo nuove sfide alla produzione agricola ovunque nel mondo, ma la coltivazione di caffè in Colombia sembra subire le conseguenze maggiori. (Leggi anche: Caffè arabica rischia l’estinzione a causa dei cambiamenti climatici)

Le piante di caffè, infatti, sono molto sensibili alle intemperie e ai cambi di temperatura: gli studi hanno stimato che un aumento della temperatura di 2 ° C porterebbe a perdite di produttività fino al 24% nel paese primo produttore. Anche altri paesi interessati dalle coltivazioni di caffè, subiranno certamente perdite nella produzione: si stima un abbassamento della produttività del 34% per il Messico e del 20% per il Brasile.

Per quanto riguarda la Colombia un nuovo studio, condotto dal professor Federico Ceballos-Sierra dell’University of Illinois, mostra che gli effetti del cambiamento climatico possono mutare molto a seconda dell’area di produzione dei chicchi di caffè. Il paese presenta infatti un panorama geografico variegato, caratterizzato da altopiani più freschi e zone a latitudine più bassa, dalle temperature più alte. Il caffè colombiano cresce attualmente in zone con diverse altitudini e gli impatti del clima saranno probabilmente molto diversi a seconda dell’altezza – sostiene Sandy Dall’Erba, coautrice dello studio.

Se da una parte, a livello nazionale, si stima un aumento della produzione pari al 7,6% entro il 2061, dall’altra questo dato include percentuali diverse a seconda delle regioni e degli effetti del cambiamento climatico (un aumento del 16% nelle aree ad alta latitudine, meno interessate dai cambiamenti climatici, corrisponde a un aumento solo dell’8% nelle aree a più bassa latitudine). In pratica, l’aumento delle temperature che si verificherà nei prossimi anni rappresenta un vantaggio per quelle regioni finora solo marginalmente interessate dalla coltivazione di caffè. Le regioni a bassa latitudine saranno invece maggiormente interessate dalle perdite derivanti dal cambiamento climatico. Fino a 550.000 famiglie dipendono oggi direttamente dalla produzione di caffè per il proprio sostentamento e molte altre dipendono indirettamente da essa: tutte queste persone vedranno il loro stile di vita messo a repentaglio perché la produzione non renderà più entro la metà del secolo. (Leggi: Gli scarti del caffè e delle arance non vanno buttati! Sono straordinari per accelerare il ripristino delle foreste)

In previsione di questi cambiamenti nella diffusione delle piante di caffè, alcuni produttori stanno spostando le coltivazioni più in alto, sulle montagne. Questo spostamento delle coltivazioni verso maggiori altitudini attenterà alla biodiversità di questi luoghi. Inoltre non tutti i coltivatori avranno sufficienti risorse economiche per permettersi il trasferimento della produzione verso zone più favorevoli. I piccoli produttori cercano allora altre strade – come irrigazione più frequente, passaggio a diverse varietà di caffè o a diverse colture, maggiore uso di alberi che diano ombra alle piante.

Fonte: ScienceDirect

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