Una salvietta struccante per risparmiare acqua? Lo scivolone di Neutrogena che sa di greenwashing

La siccità è un problema che si sta facendo sempre più serio in alcune aree degli Stati Uniti, a partire dalla California. Non è un caso, quindi, che la scorsa primavera una nota azienda cosmetica, Neutrogena, abbia lanciato la campagna #WipeForWater, facendo leva proprio sulla necessità di risparmiare acqua. Una presa di posizione green o un'abile mossa di marketing?

La siccità è un problema che si sta facendo sempre più serio in alcune aree degli Stati Uniti, a partire dalla California. Non è un caso, quindi, che la scorsa primavera una nota azienda cosmetica, Neutrogena, abbia lanciato la campagna #WipeForWater, facendo leva proprio sulla necessità di risparmiare acqua. Una presa di posizione green o un’abile mossa di marketing?

La campagna #WipeForWater invita l’opinione pubblica statunitense, e in particolare le donne, a modificare la propria routine quotidiana, rinunciando all’abitudine di lavarsi il viso e sostituendo l’acqua con delle salviette struccanti e detergenti. Secondo l’azienda, infatti, tali salviette permetterebbero di pulire la pelle del volto in modo naturale, risparmiando quasi 19 litri di acqua al giorno (che corrisponderebbero alla quantità utilizzata quotidianamente da un americano per lavarsi il viso).

A complemento della campagna per il risparmio idrico, Neutrogena si è impegnata formalmente ad effettuare donazioni all’organizzazione ecologista Nature Conservancy, con cui ha avviato una partnership nel 2012 e che ha a sua volta dichiarato di avere già ricevuto dall’azienda, complessivamente, oltre 300 mila dollari.

La campagna #WiperForWater ha avuto come testimonial alcuni volti noti dello spettacolo, tra cui Kristin Bell (celebre per la serie televisiva Veronica Mars e per aver prestato la voce ad una delle protagoniste del filmdi animazione Disney Frozen), che in uno spot si impegna a pulire il proprio viso utilizzando solo le salviette Neutrogena per ben sette giorni, risparmiando così oltre 132 litri di acqua…

Se sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del risparmio idrico sembra sacrosanto (sono, in fondo, i piccoli comportamenti quotidiani di ciascuno di noi, se sommati, a fare la differenza), la campagna di Neutrogena appare un po’ strumentale.

In primo luogo, sono davvero così tanti (ben 19) i litri di acqua che si utilizzano quotidianamente per lavarsi il volto? E se anche fosse così, perché non invitare l’opinione pubblica alla moderazione, a consumare meno acqua in tutte le situazioni quotidiane, piuttosto che suggerire di sostituire l’acqua corrente con una salvietta, che andrà successivamente smaltita come un rifiuto e che quindi ha un suo costo ambientale?

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Tanto più che, secondo le statistiche, la maggior parte dello spreco d’acqua negli Stati Uniti nasce da attività che si svolgono fuori casa, come innaffiare prati e giardini. Siamo certi evitare di strofinare il viso con un po’ d’acqua prima di andare a dormire contribuisca in modo significativo a combattere la siccità, come suggerisce lo spot?

Inoltre, bisogna ricordare che una salvietta assicura un livello di pulizia della pelle piuttosto superficiale, che non può competere con quello che si ottiene lavandosi. La salvietta in questione, poi, fa parte di una linea di prodotti che si vanta di essere naturale: guarda caso, però, nel 2013 la Neutrogena è stata chiamata in causa da una class action, e ha dovuto ammettere che la linea Neutrogena Naturals conteneva petrolati e altre sostanze che di “naturale” avevano ben poco…

Di certo la campagna #WipeForWater si è rivelata, per l’azienda, una scelta di marketing molto proficua: grazie agli spot e al coinvolgimento dei social network, Neutrogena ha fatto parlare di sé e ha ottenuto, negli ultimi sei mesi, un’enorme quantità di pubblicità gratuita. Ma, per l’appunto, stiamo parlando di marketing, non di sostenibilità.

Se, infatti, suggerire di moderare il consumo di acqua aiuta ad educare le persone, o quanto meno a renderle consapevoli dell’esistenza di un problema, il modo in cui si decide di pulirsi il viso alla sera non sembra davvero la chiave per risolverlo.

Lisa Vagnozzi

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