Nestlé vuole estrarre 4 milioni di litri di acqua da una sorgente naturale protetta

La multinazionale Nestlé prevede di estrarre 4 milioni di litri di acqua da imbottigliare e vendere prelevandola dalle sorgenti protette del fiume Santa Fe, nel parco di Ginnie Springs, in Florida.

I piani della multinazionale prevedono di quadruplicare la quantità di acqua prelevata dalla sorgente fino ad ora: secondo le associazioni ambientaliste, questo ridurrebbe in modo significativo l’acqua presente nel già fragile fiume metterebbe a rischio l’intero ecosistema, oltre alla sopravvivenza del corso d’acqua.

Il fiume è infatti in fase di recupero e non sarebbe in grado di far fronte a un prelievo così elevato. La riduzione di acqua avrebbe poi ripercussioni devastanti tra le specie vegetali e animali che abitano in questa riserva naturale di straordinaria bellezza.
Nella riserva sono ad esempio ospitate 15 diverse specie di tartarughe, che potrebbero essere minacciate se il progetto di Nestlé venisse approvato.

La multinazionale ha negato di voler causare impatti negativo sulla natura:

“La nostra attività dipende dalla qualità e dalla sostenibilità dell’acqua che stiamo raccogliendo
Non avrebbe senso investire milioni di dollari in operazioni che esaurirebbero le risorse naturali su cui si basa la nostra attività”,  ha dichiarato Adam Gaber, portavoce di Nestlé nel suddetto supporto.

La preoccupazione che un ecosistema così fragile e delicato risenta in modo negativo di un prelievo di acqua così consistente rimane e viene da domandarsi se valga la pena mettere a rischio una riserva naturale per commercializzare acqua in bottiglie di plastica, fonte di inquinamento.

Per cercare di fermare il progetto di Nestlé, le associazioni hanno lanciato una petizione online che al momento ha già raccolto circa 6000 firme.

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Tatiana Maselli

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