Inquinamento acqua potabile: nuovi interferenti endocrini inseriti nella “lista nera” dell’UE

L’Unione europea rafforza i controlli sugli interferenti endocrini nell’acqua potabile, inserendo due nuove sostanze nella black list

Si rafforza l’impegno dell’Unione europea per ridurre al minimo l’inquinamento dell’acqua potabile. A seguito di una decisione appena presa dalla Commissione europea, l’acqua destinata al consumo umano sul tutto il territorio europeo dovrà essere monitorata più attentamente per verificare la potenziale presenza di due interferenti endocrini. Le sostanze nel mirino sono il beta-estradiolo e il nonilfenolo, inserite nella “lista nera” che include i composti emergenti a cui prestare attenzione e sui quali intervenire, se necessario.

Com’è noto, gli interferenti endocrini (EDC) sono sostanze, presenti in natura o immesse nell’ambiente in seguito ad attività umane, in grado di compromettere il sistema endocrino e danneggiare l’organismo. Gli EDC si possono trovar in vari prodotti come pesticidi, additivi alimentari e cosmetici.

Non possono esserci compromessi sulle norme di qualità per l’acqua del rubinetto” ha annunciato Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – Oggi diamo attuazione a nuove norme che non solo contrastano sostanze inquinanti ben note, ma ci forniscono anche strumenti per affrontare nuove preoccupazioni. Iniziamo con due interferenti endocrini che incidono sulla salute, sull’ambiente e sulla biodiversità.

Gli Stati membri dell’Unione avranno tempo fino al gennaio 2023 per introdurre obblighi di monitoraggio lungo tutta la catena di approvvigionamento dell’acqua potabile e adottare misure in caso di superamento dei valori di riferimento.

Inoltre, se dovessero emergere nuove sostanze presenti nell’acqua potabile e potenzialmente rischiose per la salute  umana – ad esempio come interferenti endocrini, medicinali o microplastiche – la Commissione procederà ad inserirle nell’elenco di controllo. In questa maniera l’UE punta a conseguire gli obiettivi della strategia in materia di sostanze chimiche e del Piano d’azione per l’inquinamento zero per un ambiente privo di sostanze tossiche.

Cosa prevede la nuova direttiva europea sull’acqua potabile

Agli inizi dello scorso anno è entrata in vigore la nuova direttiva europea sull’acqua potabile, che rappresenta un traguardo di estrema importanza non soltanto perché punta a garantire acqua di rubinetto di alta qualità in tutti gli Stati dell’Ue, ma perché si tratta della prima legislazione europea adottata in seguito ad un’iniziativa dei cittadini europei (ICE).

La direttiva europea nasce innanzitutto con lo scopo di migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto per incoraggiare le persone a berla invece di acquistare le bottiglie. La qualità dell’acqua viene quindi migliorata attraverso l’introduzione di limiti più severi per alcuni inquinanti. Vent’anni dopo l’entrata in vigore della prima direttiva sull’acqua potabile (98/83/CE recepita in Italia dal DLgs 31/2001), l’Ue infatti ha deciso di aggiornare e stringere la soglia per alcuni contaminanti “vecchi”, tra cui il piombo, e i nuovi (precedentemente non tracciati), come le microplastiche e i Pfas.

Grazie alla direttiva entrata in vigore nel gennaio 2021, vengono prese in considerazione, quindi, anche le tubature domestiche e vengono fissati i limiti in particolare per legionella e piombo, che possono contaminare l’acqua. Gli Stati membri dell’UE devono garantire che la direttiva venga recepita nelle legislazioni nazionali entro il 12 gennaio 2023.

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Fonte: Commissione europea 

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