Un'ampia revisione del settore idrico britannico mira a ripulire le acque, rafforzare le infrastrutture e riformare la regolamentazione, puntando anche a nuove responsabilità per i dirigenti
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La crisi idrica nel Regno Unito ha raggiunto livelli insostenibili, con infrastrutture fatiscenti e una gestione inefficace che minacciano l’accesso all’acqua per milioni di persone. In risposta a questa situazione, il governo britannico e quello gallese hanno avviato una riforma radicale del settore, accompagnata da nuove misure regolatorie e sanzioni mirate. Questo approccio mira a ripristinare la fiducia nel sistema idrico e a garantire che le società idriche, responsabili di gravi inquinamenti e inefficienze, rispondano adeguatamente alle sfide ambientali e finanziarie.
La riforma del settore idrico
Il comunicato stampa del governo britannico, pubblicato il 22 ottobre 2024, evidenzia la creazione di una Commissione indipendente incaricata di realizzare la più grande revisione del settore idrico dalla privatizzazione del 1989. Questa Commissione, presieduta dall’ex vicegovernatore della Banca d’Inghilterra Jon Cunliffe, avrà il compito di affrontare i problemi sistemici che hanno eroso la qualità del servizio idrico, tra cui l’alto livello di debiti e il deterioramento delle infrastrutture. La revisione, secondo le parole di Cunliffe, mira a “realizzare un sistema migliore per attrarre investimenti stabili e accelerare la costruzione di infrastrutture idriche“.
La gravità della situazione è tale che i governi del Regno Unito e del Galles hanno adottato misure senza precedenti, tra cui il divieto di bonus ai dirigenti delle società idriche che non rispettano gli standard ambientali, oltre a sanzioni penali per le violazioni ripetute. Secondo il Segretario di Stato Steve Reed, “i nostri corsi d’acqua sono inquinati e il nostro sistema idrico ha urgente bisogno di essere riparato”, motivo per cui la Commissione è stata istituita per “ripulire i corsi d’acqua e ricostruire le infrastrutture idriche danneggiate“.
Le infrastrutture idriche del Regno Unito, accumulate per decenni senza adeguati investimenti, sono ora a un punto critico.
Thames Water, fornitore di acqua pubblica e gestore della rete idrica, è emerso come il simbolo della crisi, con oltre 16 miliardi di sterline di debiti e ripetute violazioni ambientali dovute agli scarichi di acque reflue. Complessivamente, le società idriche del Regno Unito hanno accumulato oltre 60 miliardi di sterline di debiti, mentre gli azionisti hanno ricevuto dividendi per circa 78 miliardi di sterline. Questo squilibrio ha reso le aziende finanziariamente fragili e incapaci di far fronte all’emergenza ambientale e alle crescenti richieste della popolazione.
La revisione del governo mira a stimolare nuovi investimenti, essenziali per modernizzare le infrastrutture e ridurre le perdite d’acqua. Entro il 2050, infatti, si prevede che il Regno Unito avrà bisogno di 5 miliardi di litri d’acqua in più al giorno per soddisfare la domanda. Tuttavia, come sottolineato da diversi gruppi ambientalisti, qualsiasi riforma non può prescindere dalla protezione ambientale. James Wallace, amministratore delegato di River Action, ha ribadito l’importanza di non sacrificare i fiumi per garantire profitti agli investitori.
Misure regolatorie e responsabilità dei dirigenti
Il governo ha introdotto nuove norme stringenti per le società idriche, incluse azioni penali per i dirigenti che non rispettano le normative. Tra le misure previste figurano sanzioni automatiche per le violazioni ambientali, l’installazione di monitor in tempo reale sugli scarichi e una maggiore trasparenza nella governance delle società. Questo pacchetto di riforme si colloca in un contesto di crescente pressione pubblica affinché le società idriche siano ritenute responsabili per l’inquinamento dei corsi d’acqua e per la mancata manutenzione delle infrastrutture.
Il modello di Welsh Water, una società no-profit che reinveste i profitti per migliorare le infrastrutture, è stato citato come un possibile esempio da seguire per altre società idriche. Questo modello garantirebbe una gestione sostenibile delle risorse senza gravare ulteriormente sui cittadini.
Un futuro incerto, ma con potenziali soluzioni
Il successo di questa riforma dipenderà dalla capacità del governo di trasformare le raccomandazioni della Commissione in azioni concrete. Il governo spera che, grazie a un quadro normativo più stabile e a una regolamentazione più severa, sarà possibile ripulire i corsi d’acqua, garantire infrastrutture resilienti e migliorare la gestione delle risorse idriche, riducendo al contempo l’impatto ambientale.
Huw Irranca Davies, vice primo ministro del Galles, ha sottolineato che la revisione non potrebbe arrivare in un momento più urgente, vista la precarietà delle risorse idriche e la necessità di un approccio congiunto tra i governi britannico e gallese per affrontare questa sfida epocale.
Mentre il Regno Unito affronta una crisi idrica senza precedenti, le nuove riforme potrebbero rappresentare un punto di svolta. Tuttavia, come sottolineato da esperti e ambientalisti, sarà cruciale bilanciare gli interessi economici con la protezione ambientale e la sostenibilità a lungo termine.
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