Shiratake di konjac, la pasta a zero calorie che arriva dal Giappone. Cos’è, proprietà e come prepararla.

Oggi voglio parlarvi del konjac e in particolare degli shirataki. Si tratta di spaghetti molto diffusi nella cucina orientale e che qui da noi sono ancora poco noti. Sono ricchi di proprietà benefiche, indicati soprattutto per coloro che vogliono perdere peso.Se volete sapere qualcosa in più, dalle proprietà a come utilizzarli in cucina, seguitemi...

L’ho notata qualche giorno fa mentre ero alla ricerca delle alghe wakame in un negozio di alimentazione naturale, nel reparto della macrobiotica. Mi sono subito incuriosita e dato che le informazioni della commessa non mi hanno soddisfatta, ho fatto una piccola ricerca per conto mio.

Il konjac (Amorphophallus konjac) è una radice originaria del Giappone e di tutta la zona subtropicale orientale asiatica, dove viene ormai utilizzata da oltre 2000 anni non solo come verdura ma anche sotto forma di prodotto grezzo o raffinato. In Corea, viene impiegata anche come crema da massaggio per il viso. L’aspetto ricorda quello di una grossa barbabietola, cresce soprattutto nelle zone montuose dove non c’è traccia di sostanze inquinanti e può addirittura raggiungere i 4 kg di peso. Ma vediamo cosa contiene nello specifico questo konjac: a fronte di un apporto calorico praticamente nullo, è ricca di minerali come calcio, fosforo, ferro, zinco, manganese, cromo e rame. Vanta ben 16 tipi di aminoacidi, è ricca di glucomannano e la quota proteica raggiunge circa il 10%. È una pianta nutriente ma che allo stesso tempo è molto indicata per coloro che seguono un regime alimentare ipocalorico poiché è ricca di fibra grezza ma povera di grassi e calorie.

b2ap3_thumbnail_konjac.jpg

Proprio queste caratteristiche, la rendono ottima non solo per l’assimilazione corretta dei nutrienti ma anche per stimolare la peristalsi e mantenere dunque l’intestino pulito. Qui da noi è poco conosciuta, ma nei paesi orientali viene praticamente utilizzata non solo sotto forma di vermicelli, appunto Shiratake, ma anche per confezionare biscotti, gallette… La farina di konjac viene poi impiegata in tante preparazioni culinarie e gli effetti benefici sulla salute sono ormai noti da moltissimi anni. Essendo una fibra solubile infatti, è in grado di tenere sotto controllo il colesterolo, limitandone l’assorbimento, inoltre sembra essere in grado di prevenire il cancro.

Ma come si ottiene la farina?

Una volta raccolti, i tuberi vengono immediatamente sbucciati e cotti. In seguito vengono essiccati e macinati per ottenere la farina che poi verrà utilizzata nelle varie preparazioni culinarie.

b2ap3_thumbnail_shiratake.jpg

E la pasta shiratake?

I produttori giapponesi, hanno creato questi spaghetti che hanno un aspetto che ricorda in tutto e per tutto la nostra pasta. Al contrario di quest’ultima però, hanno delle qualità nutrizionali importanti per coloro che devono perdere peso:

1) Regalano un senso di sazietà che dura a lungo

2) Non contengono calorie e glutine dunque sono adatti anche per coloro che soffrono di celiachia

Nei negozi di alimentazione naturale potete trovarli immersi in un liquido e dunque da risciacquare in acqua tiepida prima di saltarli in padella con il condimento che preferite oppure secchi, da reidratare in acqua bollente per circa 7 – 8 minuti, il tempo poi è indicativo poiché di fatto non scuociono mai! Una volta risciacquati, possono essere saltati in padella come gli altri. La differenza fra i due formati sta nell’apporto calorico: 10 kcal /100 g per i primi e 20 kcal/100 per quest’ultimi.

Ma che sapore hanno? Poiché l’aspetto, soprattutto di quelli liquidi non incoraggia l’assaggio, pur essendo scettica, ho deciso di provare quelli secchi e vi posso dire che sono rimasta sorpresa. Dopo averli reidratatati, li ho saltati in padella con dei pomodori datterini e abbondante basilico e devo dire che sono rimasta sorpresa. Intanto, vista la consistenza, mi aspettavo una robetta molliccia e viscida ma ho dovuto ricredermi! Di per sé, non hanno un retrogusto particolare, anzi, oserei dire neutro ma che poi prende carattere in base al condimento scelto poiché sono molto assorbenti.

Se vi ho incuriosito, non vi resta che provarli!

Alla prossima!

Stefania

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook