Venere acchiappamosche: come coltivare la pianta carnivora più spettacolare del mondo che ti libera dagli insetti

Scopriamo l'origine e le caratteristiche della 'Venere acchiappamosche', una delle piante carnivore più diffuse negli appartamenti

La ‘Venere acchiappamosche’ è una delle piante carnivore più diffuse negli appartamenti, nonché un valido aiuto nella lotta ai fastidiosi insetti. Scopriamo l’origine e le caratteristiche di questa particolare pianta e tutti i trucchi per curarla al meglio a casa.

Origine della pianta e del suo nome

Il nome scientifico della Venere acchiappamosche è Dionea muscipula, un altro nome di Venere (o Afrodite in greco) – epiteto che vuol dire ‘figlia di Dione’: i primi studiosi che la osservarono la trovarono tanto graziosa da associarla alla dea dell’amore e della bellezza – ignorandone evidentemente la pericolosità. Si tratta di una pianta di origine americana (tipica del North e del South Carolina), ma diffusasi anche nel nostro continente come pianta d’appartamento.

È caratterizzata da piccole coppie di foglia chiare con sottili filamenti sul margine esterno che si chiudono come due arcate di denti, scattando al minimo tocco. La pianta è arricchita anche da alcuni boccioli, che in estate si schiudono in piccoli fiori bianchi a forma di stella. In quanto pianta carnivora, la dionea si nutre di piccoli insetti (zanzare e mosche) che vengono intrappolati nelle sue foglie e digeriti per ottenere azoto, potassio, fosforo, e altri microelementi. Si tratta quindi di una pianta capace di resistere anche in luoghi ostili alla vegetazione, su suoli completamente privi di sali minerali fondamentali alla sopravvivenza delle piante normali.

Cosa mangia la dionea?

Per soddisfare i propri bisogni nutritivi, alla Venere acchiappamosche bastano solo 2-3 insettini al mese. Infatti, anche se i lunghi filamenti che corredano le foglie possono sembrare dei denti, la dionea non ‘mastica’ né ingoia le sue prede, ma impiega molti giorni per assimilarne gli elementi nutritivi grazie a speciali enzimi che riesce a secernere e che distruggono lentamente la malcapitata preda. Per gli insetti si tratta di una morte lenta e dolorosa.

Secondo uno studio statunitense, Tuttavia, la dionea sarebbe in grado di distinguere gli insetti ‘da mangiare’ da quelli impollinatori, necessari per la riproduzione della pianta stessa (si tratta di un’ape della specie Augochlorella gratiosa, di un coleottero della specie Trichodes apivorus e di un coleottero della specie Typocerus sinuatus): malgrado la loro presenza assidua in prossimità della pianta, questi insetti non vengono attirati nella trappola mortale. Questo perché gli insetti sono attratti dai fiori e non dalle pericolose foglie, e i fiori sono situati più in alto rispetto alle trappole. Inoltre, gli scienziati hanno ipotizzato che le dionee emettono specifici segnali chimici che attraggono gli insetti impollinatori verso i fiori e solo verso quelli, impedendo loro di posarsi sulle foglie – ma questa ipotesi è ancora oggetto di approfondimento.

(Leggi: Piante carnivore diventano “vegetariane” per colpa dell’inquinamento)

Prendersi cura della dionea

  • Parola d’ordine, umidità! Come tutte le piante carnivore, anche la dionea ha bisogno di tanta acqua. Per questo è bene tenere sempre la pianta umida, utilizzando preferibilmente acqua distillata o acqua piovana. È una buona idea tenere sotto il vaso un piattino sempre pieno d’acqua, per mantenere l’umidità costante. Ma attenzione anche a non sovraccaricare d’acqua la pianta: troppa acqua favorirà la proliferazione di batteri e funghi che potrebbero rappresentare un rischio per la sua salute.
  • Luce, ma non troppa. La dionea ama la luce del sole: se si ha la disponibilità di un giardino o un terrazzo, è bene lasciare la pianta all’arie aperta, All’interno dell’appartamento, invece, posizionarla in un luogo luminoso ma non direttamente esposto ai raggi del sole.
  • Attenzione alla fase dormiente! Dopo la fine dell’estate, è bene rimuovere le foglie vecchie e le trappole quando iniziano a diventare nere. Sembrerà che la pianta stia per morire, ma non è così – si tratta solo di un lungo letargo. Per imitare le condizioni climatiche del loro ambiente naturale, nei mesi invernali (novembre-febbraio) spostare la pianta in luoghi umidi e freschi, come cantine o garage.
venere acchiappamosche

@Vitalij Sova/123rf.com

  • Curare la rinascita della pianta. In primavera (a partire da marzo) compariranno nuove foglie e nuovi fiori. Rimuovere i fiori per ottenere trappole più grandi e forti e mantenere constante l’umidità del terreno. Se la si travasa, utilizzare un terreno torboso o muschiato.
  • No al fertilizzante! Per nutrire la pianta, non usare concime o fertilizzanti chimici ma lasciare che questa si nutra di insetti. In natura la dionea è in grado di attrarre insetti vivi nelle sue trappole ma, se questo non è possibile in un appartamento, si possono anche somministrare alla pianta degli insetti morti (reperibili nei negozi specializzati) che andranno appoggiati con attenzione al centro della trappola.
  • Attiva, ma senza stress. Anche se la curiosità di vedere la dionea in azione è tanta, è bene resistere alla tentazione di stimolare artificialmente l’attivazione della trappola – magari toccandola con le dita o con un oggetto. Sarebbe una fonte di stress inutile per la pianta e uno spreco di energia che potrebbe portare a un suo indebolimento. 

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