Orto senz’acqua: come coltivare con il cippato

Cippato, come coltivare l'orto senz'aqua. E’ possibile coltivare un orto senz’acqua? Un aiuto in proposito arriva dal cippato. Esistono numerose possibilità per ridurre la quantità d’acqua necessaria per la coltivazione dell’orto, a partire, ad esempio, dall’irrigazione goccia a goccia abbinata alla pacciamatura con paglia e corteccia, come suggerito dalla permacultura e dall’agricoltura sinergica. Ma non finisce qui.

È possibile coltivare un orto senz’acqua? Un aiuto in proposito arriva dal cippato. Esistono numerose possibilità per ridurre la quantità d’acqua necessaria per la coltivazione dell’orto, a partire, ad esempio, dall’irrigazione goccia a goccia abbinata alla pacciamatura con paglia e corteccia, come suggerito dalla permacultura e dall’agricoltura sinergica. Ma non finisce qui.

È stato pubblicato di recente in Italia un libro (linkaffiliazione) che svela tutti i segreti della coltivazione dell’orto senz’acqua, grazie al cippato. Si tratta di L’orto senz’acqua. Coltivare bio con il cippato per risparmiare acqua, petrolio e lavoro(linkaffiliazione), di Jacky Dupety (Terra Nuova Edizioni). L’autore si è occupato di importare in Francia la tecnica del cippato e ne è diventato uno dei massimi esperti mondiali. In Francia la coltivazione con cippato di ramaglie fresche è conosciuta come metodo BRF – Bois Rameaux Fragmentés.

Quando si parla di cippato di ramaglie fresche, ci si riferisce ad una tecnica di coltivazione ecologica che permette di risparmiare acqua e risorse. Il terreno dell’orto viene arricchito con rametti sminuzzati. Si cerca di riprodurre la ricchezza del suolo tipico del sottobosco, umido, fertile e verdeggiante in ogni stagione dell’anno.

Le ramaglie sminuzzate apportano sostanze organiche al terreno, ne migliorano la struttura e ne aumentano la capacità di trattenere acqua. Ecco perché si parla di orto senz’acqua. Se il terreno è capace di arricchirsi autonomamente e di mantenersi costantemente umido, non sono necessarie le innaffiature frequenti a cui siamo abituati.

orto senza acqua

Grazie alla tecnica del cippato gli ortaggi possono essere coltivati senza ricorrere ad irrigazioni. Le lavorazioni del terreno vengono ridotte al minimo e non sono necessari interventi chimici per la fertilizzazione. Il metodo risulta dunque adatto per coltivare un orto di tipo biologico e naturale, con la prospettiva di avere a disposizione ortaggi sempre sani, ancora più gustosi e che si svilupperanno e matureranno facilmente grazie alla ricchezza di sostanze nutritive presenti nel terreno.

Il cippato è legno ridotto in scaglie con dimensioni variabili da alcuni millimetri a un paio di centimetri. A livello industriale viene impiegato come biomassa, ad esempio nelle stufe, per produrre calore, ma in agricoltura trova un nuovo impiego, molto più sostenibile. Nell’orto si utilizza sempre cippato da ramaglie fresche. Non si tratta di un vero e proprio concime per le piante, la sua azione infatti si svolge sul suolo, di cui le loro radici fanno parte.

Grazie ai processi di bio-trasformazione che avvengono nel terreno, soprattutto ad opera dei funghi, il cippato porta alla formazione di un humus molto stabile, da cui le piante possono trarre vantaggio per il proprio sviluppo. Il miglioramento del terreno avviene in breve tempo, ad esempio nel giro di pochi mesi, mentre per i terreni più poveri occorrono due anni. Non sono necessarie né arature né aerazioni. In Italia il metodo del cippato è stato già utilizzato e approvato con successo dal Consorzio della Patata Quarantina Ligure. I rami secchi sminuzzati vengono cosparsi sul terreno: lo arricchiscono e non risulta più necessario irrigarlo o ararlo.

Risulta molto interessante un secondo metodo di agricoltura ecologica, si tratta del modello di coltivazione dell’orto senz’acqua presentato da Jean Pain all’interno del libro“Un Autre Jardin”. L’esperto ha studiato come avveniva il mantenimento dei boschi in passato e si è reso conto dell’importanza della presenza di ramaglie all’interno del terreno per la formazione di un humus ricco e fertile. Cercando di ricreare nell’orto l’humus del bosco e affidandosi ad antiche tecniche di compostaggio, riuscì ad ottenere ortaggi rigogliosi e piante cariche di frutti.

Nel modello di Jean Pain, il terreno di base dell’orto non deve essere compattato. Si deve quindi procedere rivestendolo con 7 centimetri di compost di sottobosco, arricchito con il cippato di ramaglie fresche. Le radici delle piantine da coltivare giungeranno al terreno sottostante e le piantine cresceranno passando attraverso lo strato di compost. È presente una copertura ulteriore, costituita da uno strato di pacciamatura di 10 centimetri. Le piantine da coltivare verranno trapiantate dal semenzaio all’orto già pronto.

Se si vorrà procedere alla semina, essa avverrà direttamente nel terreno, non nello strato di compost, poiché esso serve a nutrire il terreno stesso, e non la pianta. In base a questa tecnica, le piante vengono inzuppate in una poltiglia di acqua, compost e argilla prima del trapianto. Sembra incredibile, ma grazie a questo stratagemma non avranno bisogno di essere innaffiate per oltre due mesi. Secondo l’esperto, il risparmio d’acqua sarà garantito, così come i risultati positivi del raccolto.

Marta Albè

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