Parziale vittoria contro il divieto per i cani ad abbaiare: multe fino a 500 euro, ma no a misure anti-abbaio

L'ordinanza è stata parzialmente modificata in seguito alle proteste delle associazioni animaliste preocccupate per la salute dei cani.

Pochi giorni fa il Sindaco di Recoaro Terme, in provincia di Vicenza, ha emesso un’ordinanza per vietare ai cani di abbaiare, con multe fino a 500 euro per chi consente al proprio amico a quattro zampe di disturbare la quiete pubblica.

La notizia ha scatenato proteste da parte delle associazioni animaliste, a cominciare dall’ENPA. L’ordinanza firmata dal primo cittadino Armando Cunegato, infatti, inizialmente prevedeva non solo il divieto per il cane ad abbaiare ma obbligava l’amico umano ad adottare misure anti abbaio.

“A tutti i proprietari di cani a vario titolo, di adottare le misure e sistemi educativi (corsi di addestramento anti abbaio secondo le teorie del condizionamento) o altri strumenti educativi, ritenuti idonei per una pacifica convivenza evitando che il cane manifesti un prolungato e costante abbaiare. Di adottare, in caso di insuccesso educativo, l’uso di dispositivi anti abbaio, disponibili nel mercato specializzato, assolutamente innocui che non producono stress e non comportano nessun rischio di scottatura o dolore per l’animale.” recitava in principio l’ordinanza.

Le associazioni temevano che l’indicazione avrebbe portato i cittadini a utilizzare sull’animale collari a ultrasuoni o altri dispositivi dannosi, con conseguenze gravi sul cane. Grazie all’intervento dell’Enpa, il testo dell’ordinanza è stato modificato, eliminando l’obbligo di utilizzare dispositivi anti abbaio in caso di insuccesso educativo.

In ogni caso resta da capire come impedire al cane di abbaiare, poiché l’abbaio rappresenta un modo di comunicare per l’animale. Se è vero che in alcuni casi i cani abbaiano quando lasciati da soli per lungo tempo o se tenuti in condizioni inadeguate, nella maggior parte dei casi il cane abbaia in seguito a un rumore e dare l’allarme per qualcosa che percepiscono come un pericolo.

Fonte di riferimento: ENPA

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