Dimentica il bianco e nero: ecco come i cani vedono i colori

I cani non vedono in bianco e nero. Studi recenti dimostrano che riescono a percepire colori come il giallo e che hanno una vista dicromatica

Come vedono il mondo i cani? È una domanda che si è posto almeno una volta nella vita chi ha un amico a quattro zampe. Per decenni gli scienziati hanno portato avanti la tesi della vista in bianco, nero e grigio. Ma studi più recenti hanno smontato questa convinzione, svelando che i cani riescono a percepire i colori, anche se non come fanno gli umani.

Infatti, la loro percezione si avvicina molto a quella di un soggetto daltonico. Attenzione, però, ciò non significa che sono completamente daltonici, ma che non riescono a cogliere la stessa gamma di colori che vediamo noi umani.

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Le principali differenze tra la vista umana e quella canina

Per comprendere esattamente come funziona la vista dei nostri amici pelosetti bisogna fare un passo indietro per chiarire come vengono percepiti i colori dalle cellule nervose dell’occhio. La retina formata da due tipi principali di cellule: i bastoncelli, che rilevano i livelli di luce e il movimento, e i coni che aiutano a differenziare i colori e a vederli più brillanti.

Gli occhi degli esseri umani hanno tre tipi di coni che possono identificare combinazioni di rosso, blu e verde. I cani, invece, possiedono solo due tipi di coni che possono distinguere bene soltanto il blu e il giallo. Questa percezione limitata del colore è chiamata visione dicromatica.

La percezione dei colori per i cani

Ma allora come vedono precisamente i cani? Alcuni studi recenti confermano che i nostri amici a quattro zampe vedono meglio i toni del giallo, del blu e del grigio. Quando questi colori vengono combinati, il cervello di un cane elabora queste lunghezze d’onda in giallo scuro e chiaro, giallo e marrone grigiastro, blu scuro e azzurro. Ciò spiegherebbe perché i cani impazziscono per le palline da tennis gialle: molto probabilmente vedono la pallina da tennis “illuminarsi”, specialmente se si trova su un prato verde che, alla loro vista, appare piuttosto opaco.

Tuttavia, i cani non riescono a distinguere bene le tonalità di rosso, i violetti e il verde.

Una ricerca condotta qualche anno fa da un team di scienziati italiani ha appurato che i cani vedono in maniera molto simile a chi è affetto da daltonismo al rosso-verde. Per approfondire la questione, gli esperti hanno fatto ricorso al test di Ishihara – usato per i soggetti daltonici –, mostrando a un gruppo di cani una serie di bersagli colorati (disegni di gatti in movimento in varie tonalità di colore) e dal loro comportamento è emerso che gli animali vedevano i colori ma non riuscivano a distinguere le varie gradazioni di verde e rosso.

test daltonismo cani

@Royal Society Open Science

La percezione del colore è essenziale per la visione dei cani ed è dicromatica” – spiegano gli studiosi  – Non solo, stime realizzate al computer della sensibilità allo spettro dei due fotopigmenti nella retina dei cani suggerisce che la visione dicromatica nella specie canina assomiglia alla deuteranopia degli umani (daltonismo al rosso-verde).

Nonostante la percezione limitata delle diverse sfumature di colore, i cani riescono a vedere bene in condizioni di scarsa illuminazione e a cogliere movimenti (anche a grande distanza) quasi impercettibili agli esseri umani, oltre ad avere un senso dell’olfatto e dell’udito molto sviluppati.

Tutte abilità che li aiutano in caso di pericolo.

Un altro studio poi ha voluto indagare anche se le differenze morfologiche tipiche delle diverse razze di cane influisse anche sul modo in cui essi elaborano visivamente l’ambiente esterno:

È possibile che differenze morfologiche, come la lunghezza del naso e la posizione degli occhi, limitino o aiutino alcuni cani a percepire l’ambiente circostante […] Data la diversa variazione della morfologia canina, sembra ragionevole presumere che, a causa delle pressioni selettive, alcuni cani potrebbero essere in grado di percepire meglio determinati segnali durante i compiti cognitivi. Ciò può essere dovuto a differenze nelle capacità di elaborazione visiva o semplicemente a differenze di dimensioni, altezza e lunghezza del naso.

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Fonti: The Royal Society/Dog Vision/VCA Animal Hospitals

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