Cosa rende i cani così speciali? La scienza non ha dubbi: l’amore!

I cani amano esattamente come gli esseri umani. Nuovi studi scientifici dimostrano che il segreto è nell'ossitocina e nei geni

Anche i cani sanno amare. L’idea che gli animali possano sperimentare e provare amore non è di certo una novità, ma negli ultimi anni esistono studi scientifici che vanno in tal senso dimostrando che anche un ruolo fondamentale lo svolge l’ossitocina.

I cani sono animali meravigliosi e non perdono mai occasione di dimostrarci il loro affetto, ma dietro i loro gesti non c’è solo un amore incondizionato nei nostri confronti, ma ci sono in campo anche gli ormoni. In particolare, l’ossitocina, il cosiddetto ormone dell’amore.

Ogni volta che guardiamo Fido negli occhi, i suoi livelli di ossitocina aumentano, esattamente come i nostri. Ciò succede anche quando lo abbracciamo, lo accarezziamo e gli facciamo in generale le coccole. E questo contribuisce inevitabilmente al nostro attaccamento a loro e viceversa. Ma non solo, adesso i ricercatori sono convinti che quando gli esseri umani e i loro cani si guardano negli occhi, rispecchiano un effetto osservato tra madri e bambini e che proprio la parola ‘amore’ abbia un significato particolare.

Ne è convinto Clive Wynne, docente di psicologia della Arizona State University specializzato in comportamento canino, che nel nuovo saggio ‘Dog Is Love: Why and How Your Dog Loves You’ (Il cane è amore: perché e come il cane vi ama), sostiene una nuova tesi.

Lo psicologo inizia a studiare i cani nei primi anni 2000 e, come altri ricercatori, credeva che attribuire loro emozioni complesse fosse commettere il peccato dell’antropomorfismo, finché non inizia a fare delle ricerche sul sistema cognitivo dei cani e mette in luce nuovi elementi che ne attestano appunto le facoltà empatiche e la loro capacità di provare sentimenti.

Il cane comunica con l’uomo

Molte ricerche condotte negli ultimi anni, grazie al supporto di nuove tecnologie hanno indagato le straordinarie capacità dei cani di comunicare con l’uomo. È emerso che il cane, in oltre 30mila anni di domesticazione, ha imparato a comunicare con l’uomo.

Arrivando addirittura ad utilizzare alcune espressioni e comportamenti solo con l’uomo, come ad esempio la cosiddetta tecnica degli “occhi dolci”. Ma sono ben 19 gesti i gesti che i ricercatori hanno individuato come esclusivi dell’uomo.

Wynne, tuttavia, ha una teoria un po’ diversa e spiega che poi Fido non è così brillante come altri animali.
I piccioni possono identificare diversi tipi di oggetti in immagini 2D; i delfini hanno dimostrato di comprendere la grammatica; le api segnalano l’ubicazione delle fonti alimentari attraverso la danza; tutte imprese che non sono mai state attribuite a un cane.

E partendo da questo, lo psicologo propone un cambio di paradigma, sostenendo che i cani si distinguono dagli altri animali per ipersococialità e ciò sarebbe dovuto al gene della sindrome di Williams. Diversi studi sono andati in questa direzione: il comportamento socievole delle persone affette dalla sindrome di Williams, una malattia genetica rara, potrebbe avvicinarsi molto a quello canino.Quindi il comportamento spiccatamente amichevole di esseri umani e cani potrebbe essere il risultato di variazioni geniche comuni.

“L’essenziale per i cani, come per le persone con sindrome di Williams, è il desiderio di stabilire connessioni strette, di avere relazioni personali intense, di amare ed essere amati”, scrive Wynne.

La risonanza magnetica mostra che il cervello dei cani risponde alle lodi tanto o addirittura più del cibo. Ma sebbene i cani abbiano una predisposizione innata all’affetto, per avere questo effetto è necessario farlo sviluppare sin da cuccioli. Ciò che rende importanti queste scoperte, oltre a far avanzare la scienza, sono le loro implicazioni per il benessere dei cani. Questo significa rifiutare metodi di addestramento brutali e basati sul dolore che continuano a persistere ancora oggi.

“Tutto ciò che il tuo cane vuole è che tu mostri loro la strada da seguire con amore”, dice Wynne.

Questo significa, ritagliarsi del tempo per soddisfare i loro bisogni sociali invece di lasciarli soli per gran parte della giornata.

“I nostri cani ci danno così tanto e in cambio non chiedono molto. Hanno solo bisogno della nostra compagnia, devono stare con le persone”.

Fonti: Psy.org, Science Advance

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