Addio a Bobo e Lea, i cani bruciati vivi perché abbaiavano troppo

Bruciati vivi perché abbaiavano, uccisi barbaramente nel recinto della loro cuccia. Bobo e Lea sono morti tra sabato e domenica ad Albaredo in provincia di Sondrio.

Bruciati vivi perché abbaiavano, uccisi barbaramente nel recinto della loro cuccia. Bobo e Lea sono morti tra sabato e domenica ad Albaredo in provincia di Sondrio.

Una scena macabra e straziante quella che i proprietari dei due cani si sono trovati davanti: la cuccia in cenere e dei loro amatissimi amici a quattro zampe completamente carbonizzati. Un assurdo destino per Bobo e Lea dettato dal fatto che il loro abbaiare dava fastidio a qualcuno che in piena notte, mentre nessuno poteva intervenire, ha pensato bene di eliminarli.

A denunciare l’episodio è stata la proprietaria dei cani, Marzia Tarabini che sul suo profilo Instagram ha scritto:

“Pensi che le persone abbiano un’anima, un cuore, una coscienza. Nonostante le atrocità quotidiane nel mondo, alla fine tu sei convinto che nel tuo piccolo certe cose non succederanno. Poi ti svegli una domenica mattina e scopri dolorosamente che una mano ancora ignota, ma certamente ignobile, durante la notte ha volontariamente bruciato vive due creature che hanno commesso un unico errore: abbaiare. D’altra parte erano cani. Bobo e Lea non hanno avuto via di scampo. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Omertà, comportamento vigliacco comune a tanti”.

E ancora:

“Credo che chi abbia commesso questa meschinità non possa considerarsi una persona, ma neanche una bestia, offenderei i nostri poveri cani a definirla in questo modo. Le bestie uccidono per difesa o procacciarsi il cibo. Questa gente ha ucciso i nostri cani per cattiveria gratuita e merita disprezzo. L’unica cosa che mi sento di augurare a questi infami è che d’ora in poi la loro coscienza li tenga svegli durante la notte, ora che Bobo e Lea non potranno più disturbare il loro sonno”.

La vicenda ha creato indignazione da ogni parte, l’Enpa di Sondrio ha scritto:

“Una atrocità. Se qualcuno sa o ha visto qualcosa parli… queste cose non devono passare impunite”.

Sul fatto adesso indagano i carabinieri della compagnia di Sondrio perché i colpevoli non possono rimanere impuniti.

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Dominella Trunfio

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