Il vecchio container diventa una creperia: a Buenos Aires nasce l’Urban Crepe (FOTO)

Costruito in appena due mesi, ha una cucina piccola ma ben attrezzata, in grado di ospitare fino a quattro persone.

“Dal letame nascono i fior” cantava l’intramontabile Fabrizio De Andrè per spiegare in modo genuino come dalle cose più impensabili spesso si possono generare oggetti nuovi. Negli ultimi mesi sembrano essere i container a catturare l’attenzione di tantissimi architetti che li riciclano, li trasformano e li reinventano in maniera originale e mai banale.

Avevamo già parlato per esempio, della tiny house costruita in soli tre giorni o dei vecchi container diventati appartamenti per studenti in Sud Africa. Ma anche, del Padiglione del Principato di Monaco a Expo 2015 costruito utilizzando le scatole di metallo.

A Buenos Aires l’architetto Marianna Flombaum ha fatto di più, riempendo un antiestetico ammasso di ferro in un angolo dei desideri del palato: una creperia che serve 16 varietà diverse di crepes francesi. Ce ne sono per tutti i gusti, quelle dolci ripiene di frutta fresca, frutta a guscio e il classico argentino dulce de leche (simile al caramello) e quelle salate disponibili sia nella versione vegetariana che non.

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Urban Crepe, questo il nome del locale situato al Distrito Arcos Premium Outlet, un centro commerciale nato in un’ex zona ferroviaria della capitale argentina, sembra proprio un gioiellino. Costruito in appena due mesi, ha una cucina piccola ma ben attrezzata, in grado di ospitare fino a quattro persone.

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Sfruttando l’originalità del posto, dove già i negozi esistenti erano stati ricavati dalle volte in mattoni, l’architetto Flombaum, ha messo ordine alle sue idee creando un risultato davvero singolare.

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“Dovevo progettare un locale ermetico, durevole e resistente – dice – così mi sono ispirata al fondale britannico industriale e dalla spinta di dare a qualcosa di vecchio una seconda vita. In contrasto con l’estetica contemporanea ho pensato che un muro verde potesse aggiungere un po’ di freschezza”.

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E infatti, la parete posteriore dell’Urban Crepe è proprio un giardino verticale sui toni del viola e del verde che ha un sistema di irrigazione automatica. Tante tasche ripiene di piante aggiungono quel tocco in più, a un ambiente studiato nei minimi dettagli.
I clienti possono mangiare una crepes passeggiando oppure seduti negli sgabelli o nei sedili ispirati ai tradizionali disegni paraguaiani. Un’idea vincente a tal punto che i gestori dell’Urban Crepe prevedono di aprire altri 3 locali simili. Che non sia l’inizio di un’inversione di tendenza davvero sostenibile?

Dominella Trunfio

Photo Credits: Ana Lisa Alperovich for Inhabitat

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