Pavimenti ecologici: 5 alternative al parquet in legno duro

Prima di tutto bisogna dire che nel caso la vostra scelta ricada su legni duri, cercate sempre prodotti che siano stati approvati dal FSC o PFEC che certificano la gestione sostenibile della foresta da cui il legno proviene. Anche prendere in considerazione pavimenti realizzati con pochi o nessun composto organico volatile (VOC) e trattati il meno possibile con sostanze chimiche. Da tenere presente, quindi, anche il rapporto tra la durata del pavimento e la durata della vita dell'albero. In alternativa, ecco servita una singolare top 5 dei migliori sostituti del classico parquet in legno

Il legno, soprattutto rispetto al cemento, se gestito con gli adeguati criteri e standard è un materiale decisamente ecosostenibile. È, inoltre, leggero, flessibile, di facile reperibilità, lavorabile, con un buon comportamento strutturale e un isolante in grado di garantire la giusta temperatura a seconda della stagione. Per queste ragioni, sempre più persone decidono di adottarlo per le pavimentazioni delle proprie abitazioni. Ma esistono alternative più ecologiche al legno duro? Per valutare la sostenibilità di questo tipo di pavimenti (ma non solo) bisogna tener conto di almeno tre fattori: la materia prima utilizzata, il processo di produzione e l’aspettativa di vita del prodotto.

Prima di tutto bisogna dire che nel caso la vostra scelta ricada su legni duri, cercate sempre prodotti che siano stati approvati dal FSC o PFEC che certificano la gestione sostenibile della foresta da cui il legno proviene. Anche prendere in considerazione pavimenti realizzati con pochi o nessun composto organico volatile (VOC) e trattati il meno possibile con sostanze chimiche. Da tenere presente, quindi, anche il rapporto tra la durata del pavimento e la durata della vita dell’albero. In alternativa, ecco servita una singolare top 5 dei migliori sostituti del classico parquet in legno:

1) Legno rigenerato

Un’ottima alternativa, molto più economica, è quella del legno rigenerato. Non tutti sanno, infatti, che si può avere un perfetto e lucente parquet anche adottando legni che nascono da diverse pratiche di riciclaggio. Ovviamente riciclare una pavimentazione creandone una nuova è un processo lento e che non tutti fanno, non essendo in grado di garantire il giusto guadagno. Sono, quindi, poche le aziende presenti sul mercato che offrono questo tipo di lavorazione. È, comunque, perfettamente identico in termini qualitativi rispetto al legno di prima produzione. Oltretutto il riciclaggio del legno è possibile farlo non solo una volta, ma molteplici. Quindi, dal vostro parquet, una volta stufati, potrete farne nascere ancora uno nuovo.

2) Legno composito

Con questo nome si riferisce un legno non puro, ovvero mischiato ad altri materiali. Questa “lega” è stata creata per ridurre l’utilizzo del legno. Il risparmio, sia in termini di ambiente che economici, è evidente. Attraverso questo tipo di legno è possibile ottenere pavimenti sani e naturali in grado di far risparmiare risorse sia materiali sia energetiche. La durata temporale di questo tipo di legno risulta, però, leggermente inferiore in quanto tende a deteriorarsi prima.

3) Sughero

È il materiale più leggero in commercio, questo permette facilmente il trasporto e la manovrabilità. È, inoltre, molto sostenibile. In zone del Mediteranno, come Portogallo e Spagna, ci sono foreste curate in modo certificato e perfettamente sostenibile. Questo garantisce una maggiore e corretta crescita dei boschi. Ha, però, dalla sua una remora piuttosto evidente: il sughero, infatti, si deteriora ancora più velocemente del legno composito ed è, inoltre, soggetto a danneggiamenti nel caso di acqua o con il semplice spostamento di mobili estremamente pesanti.

4) bambù

È una soluzione che sta andando molto di moda in questo periodo. Dei tanti vantaggi del parquet in bambu noi ne avevamo già parlato un po’ di tempo fa. Il bambù, non essendo un albero come credenza vuole, ma un’erba, cresce velocemente (5 anni). Questo permette una rigenerazione che non ha eguali. È, inoltre, il miglior compromesso per contrastare l’inquinamento atmosferico, riuscendo a permettere un equilibrio ottimo tra ossigeno e anidride carbonica. È resistente e solido. Negli Stati Uniti lo usano da più di dieci anni ed è, probabilmente, il tipo di parquet più venduto in assoluto. Per una volta emulare gli “Yankee” è cosa buona e giusta.

5) Simil-parquet

È il più economico e pratico, essendo facilissimo da montare e smontare. È, però, il meno eco-sostenibile avendo una percentuale molto alta di plastica nella sua formazione. È facilissimo da pulire, quello è vero. Se lo citiamo per ultimo, però, ci sarà un motivo. È il classico “vorrei, ma non posso”. Compratelo solo se in possesso di una giustificazione firmata dai genitori: Madre Natura potrebbe, però, non accettarla.

Alessandro Ribaldi

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