Bioedilizia: canapa al posto del cemento per risparmiare acqua ed emissioni di CO2

Case di canapa. Il tema della canapa (Canapa sativa) come possibile sostituto del cemento nel settore edilizio ritorna al centro delle discussioni degli addetti ai lavori attraverso il convengo dell’Associazione nazionale architettura bioecologica tenutosi al Klimahouse di Bolzano. Il tema principale è stato costituito dal rapporto tra edilizia, costruzioni e questioni ambientali.

Il tema della canapa (Canapa sativa) come possibile sostituto del cemento nel settore edilizio ritorna al centro delle discussioni degli addetti ai lavori attraverso il convengo dell’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica tenutosi al Klimahouse di Bolzano. Il tema principale è stato costituito dal rapporto tra edilizia, costruzioni e questioni ambientali.

Esiste realmente la possibilità di fermare l’avanzata del cemento sostituendo tale materiale da costruzione con la canapa? Già lo scorso anno, negli Stati Uniti, veniva indicata la canapa come materia prima per la realizzazione di un nuovo materiale, denominato “Hempcrete”, in assonanza con “concrete”, il calcestruzzo, da utilizzare per la realizzazione di edifici. Ricordiamo anche che in Italia, il biomattone in canapa in grado di assorbire la Co2 è già una realtà concreta.

Secondo quanto emerso nel corso del convegno di Bolzano, la canapa potrebbe sostituire il cemento e permettere una riduzione del consumo di acqua fino al 90%. Inoltre, l’utilizzo del cemento inciderebbe del 40% sulle emissioni di anidride carbonica nel settore edile.

La canapa è stata posta al centro come materiale che potrà permettere gradualmente un passaggio vero e proprio ad una edilizia sostenibile alternativa, che possa garantire effetti positivi sull’ambiente. La canapa permetterebbe di sostituire il cemento, con un risparmio del 90% di acqua, rispetto all’impiego dello stesso. È quanto emerso dagli studi condotti in proposito da parte dell’esperto Erich Trevisol.

Coltivare la canapa direttamente nelle vicinanze dei cantieri permetterebbe inoltre di poter avere a portata di mano durante i lavori un materialedi costruzione naturale e a chilometri zero. A parere di Erich Trevisol, grazie all’utilizzo della canapa, l’edilizia potrebbe realmente affacciarsi verso un maggior rispetto della natura.

Ciò che l’esperto teme sono le leggi regionali ed i blocchi in proposito a livello locale. Ogni nazione o regione ha infatti i propri regolamenti in proposito e l’impiego della canapa potrebbe non essere ben visto da tutti, così come accade nel caso della sua stessa coltivazione, in quanto gli interessi economici appaiono spesso essere altri e ben distanti da politiche di reale rispetto per l’ambiente.

In tal senso uno degli esempi più significativi è quello del Comune di Capannori che sta rilanciano sul territorio proprio la coltivazione della canapa per rilanciare l’agricoltura locale e creare sinergia con le aziende toscane che hanno investito proprio in questo materiale per la bioedilizia.

Marta Albè

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