Ocean Spirals: le citta’ galleggianti che producono energia in fondo al mare

Una città sotto il mare, una moderna Atlantide costruita per vivere al riparo dall'inquinamento e da catastrofi naturali, in grado di stare a galla ma anche di ritrarsi nelle profondità marine all'occorrenza. Dopo aver colonizzato la Terra, l'uomo si appresta a farlo anche col mare. Si chiama Ocean Spiral il nuovo progetto della giapponese Shimizu Corporation

Una città sotto il mare, una moderna Atlantide costruita per vivere al riparo dall’inquinamento e da catastrofi naturali, in grado di stare a galla ma anche di ritrarsi nelle profondità marine all’occorrenza. Dopo aver colonizzato la Terra, con gli esiti che tutti conosciamo, l’uomo si appresta a farlo anche col mare. Si chiama Ocean Spiral il nuovo progetto della giapponese Shimizu Corporation.

La società ha reso nota la sua idea di città sottomarina, una grande cupola galleggiante a tenuta d’acqua e ritirata sotto la superficie del mare in caso di maltempo. Sotto la cupola, una struttura a spirale lunga 15 km si estenderebbe verso il fondo del mare, 3 o 4 km sotto la superficie.

Un progetto che definire futuristico è riduttivo, ma che nella sua bizzarria cerca di essere quantomeno ecologico. La città sottomarina a spirale infatti non avrebbe bisogno di energia “esterna”. Basterebbe solo quella prodotta dal mare, dalle correnti e dalle differenze di temperatura dell’acqua e dalle pressioni tra la parte superiore e inferiore del mare.

Il progetto. Si parte dalle spirali. Ciascuna di esse potrebbe formare un percorso dal fondale alla superficie di 15 km, che potrebbe servire come area di sviluppo delle risorse o come linea di collegamento. All’interno di ogni spirale potrebbero sorge diverse sfere, dove ospitare fino a 5000 persone. Vere e proprie città, dal diametro di circa 500 metri, ciascuna delle quali in grado di galleggiare sulla superficie del mare, ma di essere sommersa in caso di maltempo, lungo il centro della gigantesca struttura a spirale.

Qui si potrebbe potrebbe sopravvivere a eventi estremi come i terremoti, abbastanza comuni in Giappone. “L‘azienda, in collaborazione con molte organizzazioni ha trascorso due anni per realizzate il progetto di lavoro con le tecnologie che pensiamo saranno plausibili in futuro,ha detto un portavoce di Shimizu.

Secondo la società, i microrganismi metanogeni potrebbero essere utilizzati per convertire l’anidride carbonica catturata sulla superficie in metano. Sulla superficie, le imbarcazioni potrebbero attraccare alle sfere, permettendo ai residenti e ai visitatori di entrare e uscire a piacimento. Città autosufficienti ed ecologiche, con comfort e protezione dalle catastrofi.

E i costi? Ogni Ocean Spiral costerebbe circa 25 miliardi di dollari e, se la costruzione iniziasse presto, la prima struttura potrebbe essere realizzata entro il 2030.

Sulla Terra abbiamo colonizzato quasi tutto, deserti, foreste, montagne e molti altri luoghi “difficili”. E adesso ci si prova col mare, che copre il 70% circa della superficie della Terra. Una sfida che l’uomo non ha ancora vinto. Il desiderio umano di espansione sembra dunque voler varcare questa soglia, con le conseguenze a cui purtroppo ci stiamo abituando.

Ma questo delle sfere nell’oceano non è l’unico progetto di questo tipo della società giapponese. La Shimizu ha già ideato un sistema fotovoltaico da piazzare attorno alla luna, una sorta di anello in grado di catturare grandi quantità di energia solare da inviare alla Terra.

Francesca Mancuso

Foto: Telegraph

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