Space Bubble: la casa bolla gonfiabile a 7 metri di altezza

Si chiama Space Bubble, letteralmente casa-bolla. È una costruzione gonfiabile in vetro dalle ridottissime dimensioni, ma che consente di avere una prospettiva davvero particolare dell'ambiente che la circonda. Il suo ideatore è Alex Schweder

Si chiama Space Bubble, letteralmente casa-bolla. È una costruzione gonfiabile dalle ridottissime dimensioni, ma che consente di avere una prospettiva davvero particolare dell’ambiente che la circonda. Il suo ideatore è Alex Schweder.

L’artista newyorkese ha concepito la sua casa bolla inizialmente come una camera d’albergo affittabile per la mostra “Draft Urbanism” in occasione dell’edizione 2013 della Biennial of the Americas, svoltasi a Denver qualche mese fa.

Ma poi Schweder ha trascorso dieci giorni in questa piccola bolla di plastica gonfiabile presso il Philip Johnson Glass House, un Sito Storico Nazionale che offre il suo campus di 49 acri come incentivo per la conservazione e l’interpretazione della moderna architettura, basata anche sul paesaggio.

Il progetto è parte della campagna a lungo termine Glass House, ideata da Henry Urbach per trasformare il sito in un centro culturale. Qui, la struttura temporanea ribattezzata “Rehearsal Space” è stata sollevata fino a quasi 7 metri da un sistema idraulico ed è stata poi collegata alla adiacente Brick House da un semplice cavo di alimentazione.

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Un pannello di controllo interno ha permesso all’artista di passare i mobili tra un divano e un letto. E l’ingresso, che è anche un bagno privato, serve come portellone d’aria per bilanciare la pressione interna.

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L’artista ha spiegato che il suo progetto era un modo per offrire al visitatore la possibilità di osservare i dintorni da una prospettiva diversa e riflettere sul concetto di trasparenza, di intimità e di esposizione all’esterno. A differenza dei suoi precedenti progetti che richiedevano la partecipazione e spesso il coinvolgimento fisico del pubblico, Schweder ha vissuto da solo nelle sue camere gonfiabili per 10 giorni, durante i quali ha usato la biblioteca privata di Johnson per scrivere un manoscritto sulla sua idea di architettura.

Francesca Mancuso

Foto: PhilipJohnsonGlasshouse

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