Allergie alimentari: aumentano le reazioni anafilattiche tra i bambini e nelle scuole

Allergie alimentari e bambini. Cresce in tutta Europa il numero di reazioni allergiche agli alimenti. Specie nelle scuole e tra i più giovani. Ma mancano le informazioni e la preparazione per far fronte ad eventuali attacchi anafilattici.

Allergie alimentari e bambini. Cresce in tutta Europa il numero di reazioni allergiche agli alimenti. Specie nelle scuole e tra i più giovani. Ma mancano le informazioni e la preparazione per far fronte ad eventuali attacchi anafilattici.

A lanciare l’allarme è l‘Accademia di allergia e immunologia clinica, che mette i numeri nero su bianco: 17 milioni di persone in Europa soffrono per reazioni allergiche ai cibi e molti di questi sono bambini.

Secondo gli esperti infatti, il problema è ancora più grave di quanto possa sembrare perché in un caso su cinque la reazione anafilattica colpisce persone di età inferiore ai 25 anni. E se diamo uno sguardo ai numeri diffusi dall’Eaaci – l’Accademia europea di allergia e immunologia clinica – vediamo che le reazioni allergiche, come l‘anafilassi, potenzialmente mortali per i più giovani, negli ultimi 10 anni sono aumentate di ben sette volte.

La preoccupazione poi cresce se pensiamo che il luogo in cui si manifestano per la prima volta questi shock è proprio la mensa scolastica, dove i più piccoli assaggiano cibi nuovi, spesso etichettati in modo poco chiaro.

A questo si aggiunge l’incapacità degli insegnanti, che non vengono preparati, e spesso neanche avvertiti, della possibilità di episodi critici di questo genere.

“Bisogna insegnare nelle scuole il primo soccorso in caso di emergenza – hanno fatto sapere dall’Accademia – e rendere più trasparenti le etichette alimentari”.

E allora?

Per sensibilizzare genitori ed insegnanti sul problema delle reazioni allergiche (ben diverse e più gravi delle intolleranze, che non hanno conseguenze mortali) provocate dagli alimenti, l’Eaaci ha lanciato una campagna per aumentare la consapevolezza e l’attenzione al problema, insegnando a riconoscere i sintomi, le cause e gli interventi di primo soccorso per evitare il peggio.

Il primo elemento di questa campagna – ha detto Cezmi Akdis, presidente Eaaci – è il lancio degli ‘Standard minimi internazionali per i bambini allergici a scuola’, che stabiliscono i requisiti di base per la sicurezza. Crediamo di riuscire a formulare gli standard, e la loro versione del documento rivolta ai pazienti, entro i prossimi mesi“.

Per saperne di più, basta consultare il sito (in lingua inglese) www.stopanaphylaxis.com, dove è possibile scaricare documenti e informazioni sui rischi dati dagli alimenti e sulle cose da fare nel momento in cui si verifica uno shock anafilattico.

Ma non basta sensibilizzare le persone: è necessario un impegno serio e risolutivo anche dalle autorità europee, per rendere più chiare e trasparenti le etichette alimentari.

Le diciture riportate oggi su alcune confezioni, del tipo ‘Può contenere arachidi’ o ‘Può contenere latte’, – hanno fatto sapere dall’associaizone Eaaci – sono utilizzate dai produttori di loro iniziativa e non seguono tutte gli stessi criteri. Il che significa, in concreto, che l’espressione ‘Può contenere’ nasconde in realtà livelli differenti di contaminazione e quindi anche diversi livelli di rischio“.

Ma esistono dei cibi potenzialmente più pericolosi di altri?

Secondo gli studiosi, nell’Europa continentale le reazioni allergiche più diffuse tra i bambini sono provocate da uova, latte di mucca e noccioline, mentre negli adulti sono date soprattutto dalla frutta fresca, noccioline e verdura.

Diversa la situazione in Gran Bretagna, dove il pericolo è rappresentato soprattutto da noci, nocciole e arachidi, mentre nell’Europa del nord le allergie si concentrano soprattutto sui crostacei e il merluzzo.

Verdiana Amorosi

Per saperne di più: www.infoallergy.com

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