Divieto di gioco per i bambini di Ardea

Vietato ai bambini giocare. E non è uno scherzo. Ai piccoli studenti della scuola elementare Manzù del comune di Ardea, in provincia di Roma, è stato proibito di "praticare giochi di qualsiasi genere". Il nuovo dictat è comparso dall'oggi al domani su un cartello ufficiale, messoesposto dai vigili urbani su ordine dell'Amministrazione, con tanto di stemma.

Vietato ai bambini giocare. E non è uno scherzo. Ai piccoli studenti della scuola elementare Manzù del comune di Ardea, in provincia di Roma, è stato proibito di “praticare giochi di qualsiasi genere“. Il nuovo dictat è comparso dall’oggi al domani su un cartello ufficiale, messoesposto dai vigili urbani su ordine dell’Amministrazione, con tanto di stemma.

Qualcuno leggendolo deve aver pensato ad uno scherzo. Purtroppo, invece, è tutto vero. Tutto nascerebbe dalle lamentele e da decine di esposti presentati da alcuni cittadini: i bambini fanno troppo chiasso e disturbano la quiete pubblica. Ma le mamme non ci stanno. E si ribellano.

Così, hanno attaccato un ‘contro cartello’: “Se i nostri bambini non possono giocare a questa età, cosa devono fare: drogarsi?”. In effetti, a sentire le loro testimonianze raccolte dal sito di informazione online www.InTerris.it, in paese alternative non ce ne sono. E quella piazzetta è l’unico posto dove i piccoli e gli adolescenti possono starsene un po’ all’aria aperta in sicurezza, prima e dopo scuola, tra coetanei.

Sulla vicenda è intervenuta anche Pina Tarantino, Responsabile del Comitato Provinciale UNICEF Civitavecchia:

“Leggiamo con stupore il cartello apparso vicino alla scuola elementare Manzù nel piccolo Comune di Ardea (vicino Roma ) ‘Vietato praticare qualsiasi gioco’. Ma è uno scherzo? A giorni, esattamente il 20 novembre, ricorre l’importantissimo 25° Anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La Convenzione approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 Novembre 1989, ratificata dall’Italia con legge del 27 Maggio 1991 n. 176, depositata presso le Nazioni Unite il 5 settembre 1991″.

La Tarantino ricorda anche che è un obbligo applicare e far rispettare l’art. 31 della Convenzione ONU che recita “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco ed attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”. Non resta che augurarsi che i bambini della scuola elementare Manzù possano tornare a praticare i loro giochi nel piazzale. E che gli adulti tornino a guardare il mondo con gli occhi dei più piccoli. Voi che ne pensate?

Roberta Ragni

Fonte e Photo Credit

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