Bambini: il touchscreen provoca ritardi nell’apprendimento

Messi su un touchscreen, i più piccoli possono avere un ritardo nell'apprendimento e nella conoscenza della lingua

Touchscreen e bambini. Cosa hanno in comune i nostri deliziosi pargoli con tablet e smartphone di cui, pare, noi adulti non possiamo fare più a meno? Assolutamente nulla. Anzi, messi a smanettare e andar di indice sui dispositivi d’ultima generazione, i più piccoli possono avere un ritardo nell’apprendimento.

Secondo una nuova ricerca condotta dai medici del Cohen Children Medical Center, i dispositivi con touchscreen se usati in età precoce provocano ritardi nel linguaggio e una scarsa conoscenza della lingua. Tutti, compresi i cosiddetti “giochi educativi”.

Insomma, secondo gli esperti (e secondo i genitori più responsabili), per imparare a parlare, manipolare oggetti e relazionarsi con il mondo circostante niente supera lo scambio di parole con mamma e papà e i giochi tradizionali.

LO STUDIO – L’analisi ha preso in esame 65 coppie, i cui figli hanno avuto un “primo contatto” con un touchscreen in media a 11 mesi e per 17,5 minuti al giorno, ma con punte di 4 ore. Le attività principali per i bimbi erano “guardare show educativi” (30%), usare app educazionali (26%), premere a caso lo schermo (28%) e fare giochi non educativi (14%).

Lo studio ha suggerito che la maggior parte dei genitori credeva che i giochi fossero educativi e aiutassero lo sviluppo cognitivo del bambino e, anche se il 60% dei genitori si è detto convinto che l’uso dei dispositivi produceva un “beneficio nell’educazione” nei piccoli, i test cognitivi hanno poi svelato che non c’era alcuna differenza tra i bambini “tecnologici” e quelli non. Anzi, nei piccoli che utilizzavano app non educative si è notato un ritardo nello sviluppo del linguaggio.

Ruth Milanaik, coordinatore dello studio, ha spiegato: “Abbiamo osservato nella nostra clinica neonatale che il giocattolo numero uno che i genitori stanno dando ai loro bambini sono gli smartphone. È stato sorprendente vedere che i genitori li stanno sostituendo a libri e giocattoli“.
Le vecchie abitudini erano dunque più stimolanti e il medico precisa: “La tecnologia non potrà mai sostituire l’interazione di un genitore con il proprio figlio. Parlare con il vostro bambino è il modo migliore per incoraggiare l’apprendimento“.

E allora, voi genitori che sicuramente siete coscienziosi e maturi, voi che siete cresciuti in cortile, a pane e marmellata, a colla vinilica e ginocchia sbucciate, almeno voi non ritardate a capire che proprio non va messo un tablet nelle piccole mani di vostro figlio e ricordate i vecchi tempi in cui un libro, un gioco da tavola, un puzzle, un lavoretto fatto al momento, ma anche una passeggiata nella natura erano il vostro gioco quotidiano!

connetti bambini

Germana Carillo

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