Bisfenolo S: il sostituto del Bisfenolo Aaltrettanto nocivo?

Bisfenolo S. Il bisfenolo A, sostanza utilizzata per la produzione di materie plastiche e già messa al bando da alcuni Paesi del mondo, per via della sua correlazione con obesità, iperattività infantile, malformazioni genitali e capacità di interferire con gli ormoni umani ed il corretto sviluppo del feto, sembra aver trovato in breve tempo un sostituto altrettanto sospetto, di cui ora si studiano i possibili effetti nocivi per la salute. Si tratta del bisfenolo S.

Il bisfenolo A, sostanza utilizzata per la produzione di materie plastiche e già messa al bando da alcuni Paesi del mondo, per via della sua correlazione con obesità, iperattività infantile, malformazioni genitali e capacità di interferire con gli ormoni umani ed il corretto sviluppo del feto, sembra aver trovato in breve tempo un sostituto altrettanto sospetto, di cui ora si studiano i possibili effetti nocivi per la salute. Si tratta del bisfenolo S.

Le aziende che hanno deciso di sostituire al bisfenolo A il bisfenolo S nella produzione di materie plastiche, e non solo, spesso utilizzate da parte dell’industria alimentare e nella realizzazione di contenitori per alimenti, bottiglie di plastica, lattine e biberon compresi, probabilmente non hanno effettuato una scelta realmente sensata dal punto di vista della salvaguardia della nostra salute.

Da studi recenti è infatti è emerso come bisfenolo A (BPA) e bisfenolo S (BPS) appaiono entrambi particolarmente versatili nella produzione di materiali industriali, data la loro struttura simile. Il loro impiego nella realizzazione di oggetti d’uso comune porta la nostra esposizione a tali sostanze a livelli molto elevati. È probabile che molte delle aziende che hanno dichiarato i propri prodotti come “BPA Free” stessero utilizzando nella loro fabbricazione del BPS, la cui presenza nelle urine di cittadini provenienti da Stati Uniti, Cina, Giappone e da altri cinque Paesi asiatici è stata confermata da analisi condotte nel 2012.

Secondo una ricerca condotta da parte della University of Texas Medical Branch, il BPS è simile al BPA in maniera ancora più problematica. Come il BPA, il BPS interferirebbe con la risposta delle cellule agli ormoni estrogeni, modificando i processi di crescita e morte delle cellule e la produzione di ormoni stessa. Così come nel caso del BPA, il BPS compirebbe tali effetti anche ad un basso livello di esposizione.

Lo studio in questione è stato pubblicato tra le pagine di Environmental Health Perspectives e riferisce di quantità di BPS pari ai livelli di tale sostanza che possono generarsi tramite un passaggio della stessa dal contenitore al suo contenuto. Gli esperimenti riguardanti il BPS sono stati condotti su cellule umane coltivate in laboratorio. In questo modo i ricercatori statunitensi hanno potuto esaminare, tra l’altro, la capacità del BPS di attivare alcune proteine legate ai processi di morte cellulare ed alla promozione del rilascio di prolattina, ormone che stimola la lattazione, cioè la secrezione di latte materno da parte della ghiandola mammaria, e che influenza diverse altre funzioni dell’organismo.

A seguito degli studi condotti in laboratorio, gli esperti hanno potuto osservare l’azione del BPS in qualità di interferente ormonale. Bassi livelli di BPS sono in grado di interferire con l’azione naturale degli ormoni estrogeni in maniera molto simile a quanto osservato nel caso del BPA. Ciò è stato definito dagli stessi esperti come un reale motivo di preoccupazione. Ci dovremmo attendere di trovare sul mercato prodotti indicati sia come “BPA Free” che come “BPS Free”? BPA e BPS sono davvero insostituibili?

Marta Albè

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