Viaggi nell’anima, parte III: il cammino dell’Eroe verso il cuore

Tutte le volte che nella nostra vita siamo alle prese con il "drago" della paura, del dolore, della morte possiamo scegliere di immedesimarci con l'archetipo dell'eroe e scegliere la "vita" di fronte alla "non vita".

Eccoci al terzo capitolo del nostro viaggio, in attesa dell’anteprima il 31 maggio qui sul nostro sito del video The Key – Il viaggio – del regista Michele Pastrello, che riassumerà in modo simbolico tutti gli argomenti affrontati in questi nostri “viaggi nell’anima”.

Dopo aver parlato dell’archetipo del Cercatore e poi del Persecutore interno che ci ostacola, oggi parliamo di una possibilità che ci viene data: essere un Eroe.

Tutte le volte che nella nostra vita siamo alle prese con il “drago” della paura, del dolore, della morte possiamo scegliere di immedesimarci con l’archetipo dell’eroe e scegliere la “vita” di fronte alla “non vita“.

Quando nasce un eroe? Quando un uomo o una donna decidono di fare la cosa giusta.
Come capiamo qual è la cosa giusta? Quando diamo voce al sussurro di quella saggezza che ci porta ad andare oltre.

Nelle fiabe ogni eroe che si rispetti comincia come Cercatore, colui che decide di cercare la fortuna, o meglio, la sua strada. Ha bisogno di uscire dalla consueta zona di comfort rassicurante oppure di blocco che sono diventate strette, limitate, sterili o mortifere (“non c’è abbastanza cibo o ci sono troppi fratelli con cui spartire l’eredità”).

Il Cercatore in partenza, nelle fiabe è quasi sempre il fratello minore e il più sprovveduto, questo perché la psiche non ha bisogno di essere perfetta e già creata per evolvere, si deve formare e l’apprendimento degli strumenti di crescita avviene durante il viaggio.

Quando il Cercatore impara la realtà con padronanza e riconoscenza, affrontando sì il complesso della vittima/orfano ma con la consapevolezza che difficoltà e dolore non sono necessariamente un limite, ecco allora che diventa Eroe.
Il viaggio di individuazione prevede spesso l’ausilio di un oggetto magico, come per esempio un bastone, che ha come una funzione la rappresentazione di una qualità interna che non è ancora riconosciuta.

Il cammino esprime il potenziale di trasformazione disponibile per ognuno, dove l’energia è aperta, proiettata verso l’esterno, il nuovo, positiva, volta a salvare la principessa/anima che rappresenta quella parte di sé più nobile e sensibile, e proprio per questo bisognosa di essere liberata.

La ricompensa per le prove superate sarà un grande senso di unione con il tutto e una grande comprensione dovuta alla conoscenza della propria ombra. Solo chi si è sentito orfano, perduto e solo nel freddo inverno può comprendere compassionevolmente chi si trova nello stesso stato, fornendo supporto senza cadere nella trappola genitoriale della compiacenza e dell’accudimento.

Possiamo riconoscere l’azione dell’Eroe quando decidiamo di scegliere la “vita” di fronte alla “non vita”, immergendoci nella realtà e nelle nostre risorse, rifiutando di fuggire ancora una volta con attenuanti, come la piccola fiammiferaia che confida in pochi fiammiferi per affrontare l’inverno. Confidare in noi stessi e in ciò abbiamo una opzione: affrontare vicende più o meno drammatiche, anche sconosciute ma vive, oppure fuggire con il pensiero, con il rifiuto, con la paura dell’eco del passato, con il vittimismo.

Non è necessario inoltre stravolgere completamente la propria vita per contattare l’archetipo dell’Eroe. Non è necessario compiere una azione di punto in bianco (eccezioni gravemente pericolose o malsane a parte) ma compiere dei piccoli passi, avviare quanto meno i processi psichici che permettono di mettere in discussione le scelte dettate dalla paura, dall’apprensione, dalle alterate proiezioni, ed è così che inizia il viaggio.

Il viaggio poi porterà sul sentiero del l’ascolto di sé e rivelerà quale sarà la vera prova da affrontare.

Le domande con cui chiudiamo questo ciclo di articoli sono quindi le seguenti:
Con quale archetipo mi identifico di più?
Quale atteggiamento di dipendenza o di stasi ho bisogno di lasciare per cominciare il mio viaggio?
Quale paura ho bisogno di affrontare per diventare il mio eroe?

Buon viaggio.

Questo è terzo capitolo del nostro viaggio, diviso in quattro articoli a firma della dottoressa Alice Bacchin, psicologa drammatista, sul tema della ciclicità vita-morte-vita che si concluderà con la visione in anteprima il 31 maggio di The Key – Il viaggio (qui il teaser), un cortometraggio emozionale e sensoriale dell’artista video Michele Pastrello che affronterà in modo emblematico tutti i temi trattati.

Dott.ssa Alice Bacchin

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